Ddl Legge di Bilancio 2025 Prime osservazioni sulle misure di sostegno agli investimenti

Legge di Bilancio 2025 Prime osservazioni La nuova legge di bilancio 2025 approda alla Camera per l'iter di approvazione e con i suoi 144 articoli introduce nuove misure per 28,5 miliardi destinati per oltre il 60% (pari a circa 17 miliardi) alla trasformazione strutturale dei redditi medio-bassi. Per quanto riguarda il pacchetto di misure a sostegno degli investimenti privati, se da una parte è stato prorogato il credito di imposta ZES Unica Sud per investimenti effettuati dal 1 gennaio al 15 novembre 2025, dall’altra non sarà riconfermata la decontribuzione sui lavoratori, misura anch’essa dedicata alle aziende del Mezzogiorno. Leggi QUI tutta la circolare.

Sarà invece finanziato un fondo per investimenti in beni strumentali per strutture produttive localizzate al Sud. Per quest’ultima agevolazione, in particolare, viene previsto un fondo con 2,45 milioni per il 2025, 1 miliardo per il 2026, 3,4 miliardi per il 2027, 1,5 miliardi per il 2028 e 750 milioni per il 2029.

La manovra estende di un anno il credito di imposta per gli investimenti delle imprese nella Zes (Zona economica speciale) del Mezzogiorno con una dotazione 1,6 miliardi che coprono gli investimenti dal 1° gennaio 2025 al 15 novembre 2025, con la possibilità di inserire anche gli investimenti realizzati dopo il 16 novembre 2024 rimasti fuori dal bonus previsto per il 2024: resterà scoperto dunque un mese e mezzo, visto che attualmente la misura è valida per spese fino al 15 novembre 2024.

Rifinanziata anche la Nuova Sabatini, l’agevolazione che abbatte il costo dei finanziamenti per l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e attrezzature. L’autorizzazione di spesa viene incrementata di 400 milioni per il 2025, 100 milioni per il 2026 e 400 milioni per ciascuno degli anni dal 2027 al 2029.

Prorogato per tre anni, fino al 31 dicembre 2027, il credito d’imposta per le spese collegate alla quotazione delle piccole e medie imprese (la copertura ammonta a 6 milioni per il 2025 e a 3 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027).

Previsto anche un fondo di 110 milioni per agevolare investimenti nel comparto turistico, con caratteristiche da definire con un successivo decreto del ministro del Turismo.
Nel Ddl invece non è invece previsto il rifinanziamento dei contratti di sviluppo e degli accordi per l’innovazione.

 

Per gli investimenti fino a tutto il 2025 resta operativa la misura finanziata con fondi PNRR Transizione 5.0 sotto forma di credito di imposta: l’agevolazione ha una dotazione complessiva pari a 6,3 miliardi. 

A questo strumento si aggiunge la quota residua dell’originario stanziamento previsto per Transizione 4.0 con una fondo pari a 6,4 miliardi a valere su risorse nazionali.
Nella legge di bilancio mancano interventi che consentano alle imprese di avere un orizzonte programmatico per gli investimenti da effettuare nel biennio successivo alla manovra, cioè il 2026 e 2027.

Come evidenziato dal Sole 24 ore, si osserva infine che l’articolo 119 sulla spending review dei ministeri colpisce duramente il Mimit, con 366 milioni (la quota più alta dietro ai 782 milioni del Mef), di cui ben 188 milioni sul programma “incentivazione del sistema produttivo”. Anche nei tagli collegati alla spending review legata al Pnrr, il ministero per le imprese e il made in Italy paga il prezzo più alto dopo il Mef, con un taglio da 53 milioni nel 2025, 76,7 milioni nel 2026 e 113 milioni nel 2027.

Fonte: Il Sole 24 ore

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