FONDI DI COESIONE | Bitti se prevale la logica dei numeri i divari sono destinati a crescere

Nota del presidente Giovanni Bitti che interviene sul recente Accordo Stato – Regione esprimendo preoccupazione sul metodo di ripartizione dei fondi di coesione tra territori che dovrebbero servire per combattere le disparità ribadendo l’importanza di introdurre forme di compensazione fiscale per sostenere il tessuto imprenditoriale e nuovi investimenti nel territorio soprattutto da parte dei giovani. Clicca qui per leggere il comunicato integrale

Non possiamo che accogliere con favore l’Accordo di sviluppo e coesione siglato da Governo e Regione nei giorni scorsi e che per il territorio ha impegnato risorse per alcune grandi emergenze, a partire da quella idrica e sanitaria. L’auspicio è che i fondi stanziati si traducano in progetti cantierabili da realizzarsi in tempi certi, visto che già oggi il termine dei lavori per alcuni importanti interventi è calendarizzato al 2031.

Al contempo constatiamo con preoccupazione che la ripartizione dei fondi premia ancora una volta le aree più forti della regione confermando un metodo consolidato, confermato anche nel PNRR, che lega la spesa per gli investimenti al peso demografico e che negli ultimi vent’anni ha contribuito a far crescere il divario infrastrutturale e di servizi della Sardegna centrale rispetto ad altre aree regionali.

Sui 3,5 miliardi di euro del Fondo di coesione nei prossimi anni arriveranno al Nuorese e all’Ogliastra circa 550 milioni di euro mentre a Sassari e Cagliari andranno 2,2 miliardi di euro. Si continua dunque con politiche di sviluppo basate sulla logica dei numeri che porta a concentrare interventi, infrastrutture e servizi nei territori demograficamente e politicamente più forti e più avanzati a livello di progettualità. Con il risultato che gli squilibri territoriali continuano e continueranno ad aumentare. Emblematica è la situazione di Nuoro, una città capoluogo con tutti i limiti infrastrutturali che ben conosciamo, a partire dalle vie di accesso che stanno creando non pochi problemi a cittadini e imprese.

Insieme al PNRR, i fondi di coesione dovevano servire per combattere le disparità e ridurre i divari mettendo a correre risorse per infrastrutture strategiche utili a far uscire il territorio dall’isolamento e a renderlo competitivo. Posto che i fondi nazionali e regionali sono sempre di meno, se i principali strumenti di programmazione vengono destinati in larga parte alle aree più competitive, ci chiediamo con quali modalità e con quali risorse si intenda invertire la tendenza nei territori dell’interno dove lo spopolamento di imprese e di cittadini è legato alla scarsa competitività e alla carenza di opportunità di sviluppo e di lavoro soprattutto per imprese e giovani. Se le politiche di sviluppo vengono definite sempre e soltanto sulla base dei numeri, per i territori della Sardegna centrale non c’è futuro.

Anzi, lo spopolamento di imprese, di servizi e di cittadini non potrà che essere un processo irreversibile. Ecco perché serve un cambio di rotta, che metta al centro delle politiche di investimento i territori meno competitivi e attrattivi.

FISCALITA DI VANTAGGIO Alla luce di ciò, come Confindustria, ribadiamo l’importanza di introdurre forme di fiscalità di vantaggio quale meccanismo di compensazione ai numerosi gap strutturali per fermare la desertificazione produttiva e demografica e sostenere il tessuto imprenditoriale e nuovi investimenti soprattutto da parte dei giovani. Serve una fiscalità incentivante che vada a compensare le tante diseconomie e incoraggino investimenti privati compensando le difficoltà di insediamento e di sviluppo di attività di impresa in zone fortemente carenti dal punto di vista strutturale.

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Ufficio stampa
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