Caso Motorizzazione. Consiglio di Presidenza dell'Associazione: disimpegno dello Stato. Lavoriamo in un territorio di serie B. Così è difficile andare avanti

«Nel nostro territoria siamo arrivati ormai al capolinea, le criticità anziché risolversi si aggravano, i cittadini e i giovani scappano, le aziende faticano in tutti i settori, anche e soprattutto perché non sono messe nelle condizioni di operare in modo competitivo al pari di altri territori. A fronte di ciò l’unica risposta da parte dello Stato sono i tagli e i piani di razionalizzazione»Il Consiglio di Presidenza dell'Associazione è intervenuto pubblicamente sul caso della Motorizzazione civile di Nuoro, costretta al blocco quasi totale delle attività a causa di una cronica carenza di personale. «È sconfortante fare impresa e vivere in un territorio in cui si assiste da tempo, e nel più totale silenzio, a un continuo disimpegno dello Stato su tutti i fronti. La smobilitazione è progressiva, e questo della Motorizzazione è soltanto l’ultimo dei casi, insieme al distaccamento della polizia stradale di Fonni, e ai presidi scolastici e sanitari ridotti all’osso», si legge in una nota del Direttivo dell'Associazione composto dal Presidente Giovanni Bitti e dalla squadra di dirigenti con cui collabora. 

«La vicenda della Motorizzazione civile di Nuoro è l’ennesimo schiaffo a un territorioche ha già subito e continua a subire pesanti ridimensionamenti in termini di servizi e presidi pubblici. Collaudi, patenti, autorizzazioni, servizi importanti che sono il pane quotidiano per molte aziende, procedono da mesi a singhiozzo fin quasi al blocco totale

«Stiamo parlando di servizi e diritti fondamentali soppressi in nome di razionalizzazioni che penalizzano sempre e soltanto i territori periferici, che sono meno popolati, anche perché i servizi sono carenti».

«E allora ci chiediamo che cosa debba fare chi in questi territori continua a vivere, a lavorare e a fare impresa. Serve una riflessione seria da parte di tutti, perché è sempre più forte la sensazione che il territorio si sia assopito in una tacita rassegnazione in attesa di un destino che appare irreversibile, senza imprese, senza lavoro, senza servizi, senza giovani. Facciamo un appello a tutte le forze economiche e sociali, ai Sindaci e ai Rappresentanti politici, affinché possiamo riprenderci in mano il nostro futuro e si apra una mobilitazione forte e unitaria per salvaguardare i diritti e garantire sviluppo e occupazione, frenando la desertificazione che pezzo dopo pezzo sta portando alla chiusura di tutto un territorio».

 

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