Rapporto Banca d'Italia. Bornioli: nel nostro territorio persistono i divari

Per i primi sei mesi del 2018 si conferma una crescita moderata in linea con la tendenza registrata nel 2017. L'andamento positivo prosegue in tutti i settori, in particolare nei servizi e nell'industria e nel manifatturiero dove continuano gli investimenti. Nel primo semestre di quest'anno continua a crescere l'occupazione del 3,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017, nonostante i livelli di occupazione restino al di sotto dei livelli pre-crisi di circa 5-7 punti percentuali. È quanto emerso nella presentazione dell'aggiornamento congiunturale sull'economia della Sardegna reso noto stamattina nella sede della nostra Associazione a Nuoro dalla Banca d'Italia, sede di Cagliari. 

 

«Ringrazio la Banca d’Italia per aver scelto Nuoro e la Confindustria della Sardegna Centrale – Nuoro Ogliastra - come sede per la presentazione del Rapporto semestrale 2018 sull’economia della Sardegna. È questa un’occasione importante per fare il punto sullo stato di salute del tessuto produttivo della Sardegna», ha sottolineato il presidente Bornioli. 

Di seguito riportiamo l'intervento integrale del presidente Roberto Bornioli in apertura dei lavori. 

Occasioni come queste sono importanti perché ci portano a ragionare sui numeri e ci offrono spunti di riflessione. In Sardegna, dopo anni di forte calo, nel 2017 si è registrato un incremento del PIL dell’1,9%. Questa tendenza pare estendersi al 2018, se pur rallentata. Anche a livello nazionale nell’anno in corso si registra una crescita debole: per il quarto trimestre si prevedono esportazioni piatte, una domanda interna che cresce poco e mercati finanziari che restano in attesa.

Dal nostro punto di vista, stando a stretto contatto con le aziende sul territorio, la percezione è che nel Nuorese e in Ogliastra il ciclo economico stenti ancora a riprendersi. Il tessuto produttivo è ancora in fortissima sofferenza. I divari infrastrutturali rispetto al resto dell’isola sono ancora ampi, a cominciare per esempio dalla banda larga che nelle nostre aree produttive e industriali resta un miraggio. Per non parlare delle strade, soprattutto nelle aree interne la viabilità presenta forti deficit. La sensazione è che la situazione della Sardegna centrale sia peggiore rispetto al resto dell’isola. Occorre quindi tenere alta l’attenzione. In Sardegna la ripresa, non ancora sostenuta, è stata a macchia di leopardo e ha interessato soprattutto alcune aree dell’isola, molto meno la Sardegna centrale, ancora fortemente penalizzata dallo spopolamento e dalla mancanza di servizi, soprattutto nelle aree interne.

Le nostre imprese faticano, ma stanno sul mercato e con coraggio e fortissima determinazione hanno voglia di un rilancio. Alcune aziende hanno fatto o hanno in programma investimenti, anche importanti, per innovare il ciclo produttivo, con nuovi macchinari, nuove linee di produzione, nuove tecnologie, nuovi servizi. La crisi è stata durissima, e la ripresa è faticosa e sofferta. Ma il nostro territorio possiede risorse importanti, e tante potenzialità inespresse. Dopo la crisi della grande industria, restano strategiche le produzioni manifatturiere, con l’agroalimentare, la gomma e il metalmeccanico, il settore estrattivo e l’industria turistica.

Inoltre, vanno evidenziati settori emergenti come l’industria culturale e il settore ambientale, da valorizzare in un’ottica turistica e produttiva, specie nelle nostre zone interne. Dopo essere stati recentemente ad Orani, domani saremo a Gadoni e a Funtana Raminosa proprio per illustrare il nostro progetto sul turismo minerario e sugli attrattori ambientali, occasione di rilancio per tutto quel territorio.

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
Fax: 0784 233301
E-mail: f.puddu@assindnu.it
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