Assise 2018. Boccia: non depotenziare le riforme fatte e accelerare sulle infrastrutture

Più lavoro, più crescita, meno debito pubblico: sono le tre-missioni paese che Confindustria presenterà alle Assise generali in programma domani 16 febbraio a Verona. Sarà un momento importante per spiegare la visione degli imprenditori e le priorità per le imprese. 

«I dati del Pil - spiega il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia - confermano che c'è un effetto combinato tra alcuni provvedimenti, come "Jobs Act e Industria 4.0" e altri fattori, come la "riattivazione degli investimenti privati" e una maggiore quota di Export. «Confindustria ritiene prioritario - ha aggiunto - potenziare e accelerare gli investimenti sulla dotazione infrastrutturale. Se partissero anche investimenti sulle infrastrutture, l'acceleratore di crescita sarebbe ancora più elevato», spiega il presidente Boccia, in vista dell'Assise generale in programma domani a Verona. «Per noi - conclude - occorre far prevalere il buonsenso e il pragmatismo» e «non smontare quello che di buono si è fatto nel Paese. Siamo la seconda manifattura in Europa dopo la Germani ma ci rallentano criticità come la burocrazia farraginosa, la lentezza della giustizia, alto costo dell'energia, infrastrutture insufficienti. Potremmo aspirare a scalare la prima posizione come Paese manifatturiero. Le nostre imprese e i nostri imprenditori sono i migliori del mondo».

«Domani a Verona Confindustria non proporrà un libro dei sogni. Proporrà un metodo che parte dagli obiettivi, individua gli strumenti, tiene conto delle risorse, valuta e monitora gli effetti, modulando l’intensità degli interventi là dove più necessario, in un’ottica di politica economica unitaria per tutto il Paese. Confindustria non chiede più spesa pubblica ma una migliore spesa pubblica».

«Primo, non bisogna smontare le cose fatte in questi anni e che hanno dato effetti economici positivi. Ci sono politiche che hanno inciso sui fattori produttivi in modo trasversale ai settori economici e che hanno permesso di accelerare i processi di cambiamento. Queste politiche – principalmente Jobs Act, Industria 4.0, riforma fiscale, sostegno alla promozione delle imprese all’estero – vanno valutate per gli effetti che hanno generato, adattate per renderle più efficaci se necessario, ma non devono essere depotenziate per motivi ideologici».

«Secondo, è necessaria l’azione congiunta di tre attori: le imprese, che devono accelerare il cambiamento e diventare sempre più capaci di cogliere le opportunità della domanda mondiale; l’Europa, che deve essere motore di crescita economica, anche con strumenti diretti; la politica italiana, a tutti i livelli, che deve creare le condizioni migliori per investire, creare lavoro, fare crescita, ridurre il debito».

 

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
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