Bornioli a Gadoni: riaprire il sito di Funtana Raminosa, occasione per creare nuove imprese

«Quella di Funtana Raminosa è una miniera unica. In un solo sito si possono trovare gallerie visitabili, impianti ancora funzionanti, il villaggio dei minatori. Il tutto in un contesto ambientale straordinario. Le risorse paesaggistiche e minerarie rappresentano attrattori straordinari e la leva per la creazione di nuove attività di impresa legate al turismo, all'artigianato, all'agroalimentare». Il presidente Roberto Bornioli è intervenuto al convegno Funtana Raminosa. Una miniera di opportunità promosso sabato 2 dicembre a Gadoni dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Mario Peddio. Al centro del convegno la riapertura della vecchia miniera di rame di Funtana Raminosa a Gadoni e il trasferimento dei beni immobiliari al Comune. All'incontro hanno partecipato l'assessora all'Industria Maria Grazia Piras, il consigliere regionale Antonio Gaia, il commissario del Parco Geominerario Tarcisio Agus, il giornalista della Nuova Sardegna Giovanni Cristian Melis e la collaboratrice del settimanale L'Arborense Veronica Moi. 

Di seguito pubblichiamo l'intervento integrale del Presidente Bornioli a Gadoni

Buongiorno a tutti, saluti a tutti i presenti. Ringrazio il sindaco Peddio e Veronica per l’invito. Un saluto anche ad Antonio Gaia che ho avuto modo di apprezzare quando era sindaco di Sarule. Un caro saluto all’assessore Piras, un’amica dei nostri territori, e lo dimostra anche oggi con la sua importante presenza qui oggi a Gadoni

Ho ascoltato tutti gli intervento e considerati i tanti spunti giunti da chi mi ha preceduto, voglio iniziare dalle conclusioni. Da un appello: occorre riaprire la miniera al pubblico e trasferire al Comune il suo patrimonio immobiliare.

In questo dò il pieno sostegno al Comune di Gadoni e al sindaco Peddio.

Dopo aver dato tanto nei decenni del suo impiego estrattivo e industriale oggi la miniera può contribuire a rivitalizzare il paese e l’intero territorio. Per 75 anni a Gadoni c’è stata l’industria attorno alla miniera di Funtana Raminosa, che ha dato lavoro fino a 300 persone.

Nel 1961 Gadoni aveva 1.628 abitanti, in 50 anni è stato perso il 50% dei residenti. Soltanto negli ultimi sedici anni il paese ha perso più del 20 per cento degli abitanti passando da 990 abitanti del 2001 a 785 abitanti del 2017.

Gadoni è l’emblema di ciò che sta succedendo ai paesi delle zone interne della Sardegna:

1) forte spopolamento e una preoccupante emigrazione soprattutto giovanile legati soprattutto alla mancanza di lavoro nel territorio;

2) pochi servizi disponibili (con una tendenza allarmante a una ulteriore riduzione, e penso all’annunciata chiusura delle sedi Inps ma anche delle scuole e dei servizi ospedalieri sul territorio);

3) ci sono poche attività produttive, ci sono poche imprese, anche perché fare impresa in questi territori è molto difficile;

4) c’è un’accessibilità complessa, poche infrastrutture viarie, lunghe distanze, con tempi di percorrenza molto lunghi di più di un’ora e mezza sia da Cagliari sia da Nuoro.

È ciò che chiamo “effetto clessidra”: nei paesi delle zone interne della Sardegna si sta assistendo a una contrazione del numero dei residenti, ma anche dei servizi e del numero delle imprese, e ciò porta a un maggiore spopolamento in un circuito negativo che incentiva i giovani ad andarsene.

Che fare allora per contrastare lo spopolamento e rilanciare il paese? Occorre valorizzare due importanti risorse di cui Gadoni dispone, la miniera e l’ambiente.

L’AMBIENTE: Gadoni dispone di straordinarie risorse ambientali e paesaggistiche: il Flumendosa, Sa Stiddiosa, Su Campanili, la foresta di Corongia e tanto altro. Pensate che la foto di Su Campanili, che ho postato sul mio profilo facebook, in pochi giorni ha avuto 350 condivisioni. Occorre valorizzare il patrimonio ambientale a scopo turistico e produttivo creando impresa e occupazione

LA MINIERA C’è poi la miniera di Funtana Raminosa, importante per una serie di ragioni.

a) Da un punto di vista geominerario: è la maggiore miniera di rame in Sardegna
b) Sotto un profilo tecnologico: è dotata del primo impianto di flottazione in Italia e forse in Europa, oltre a disporre di impianti all’avanguardia, in parte ancora funzionanti.
c) È importante da un punto di vista storico: lo sfruttamento industriale del minerale è andato avanti dal 1913 al 1987 ma l’attività estrattiva è presente fin dall’età del rame e del bronzo, in epoca nuragica (1800 a.c. al 900 a.c.). è da lì che si estraeva il rame che componeva il bronzo dei bronzetti ma anche di armi ma anche di armi, utensili, armi, gioielli. In epoca post-nuragica, è stata sfruttata dai fenici, dai romani e dai saraceni e ancora dagli spagnoli, belgi, francesi, italiani, americani con il presidente Hoover. La miniera ha una storia millenaria, leggendaria, affascinante. È una miniera magica.

Quella di Funtana Raminosa è una miniera unica. In un solo sito si concentrano: gallerie visitabili, impianti ancora funzionanti, il villaggio dei minatori, la chiesa, la scuola, ecc. , il tutto in un contesto ambientale splendido.

La miniera rappresenta, oltre che l’economia, anche la storia, la cultura, le tradizioni e l’identità del paese di Gadoni. È un museo a cielo aperto e in un sotterraneo, da conservare e custodire, perché preserva la memoria di un’intera comunità.

IL RUOLO DELL’IGEA L’Igea gestisce la miniera dal 2000 con il compito di curare gli aspetti della sicurezza e le bonifiche. La presenza del presidio minerario ha consentito inoltre la conservazione e la manutenzione della miniera (impianti e gallerie), la ristrutturazione di tanti edifici, nonché la costruzione di sentieri, cartellonistica, muretti, fontane, panchine, ecc. . Fino a tre anni fa Igea ha anche organizzato le visite guidate a scopo turistico – culturale. Ha svolto un’attività importante.

IL RUOLO DEL PARCO GEOMINERARIO Funtana Raminosa fa parte integrante del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Commissariato ormai da 10 anni. Ora finalmente c’è un nuovo commissario Tarcisio Agus. L’idea iniziale è stata ottima, l’ente Parco nasce con l’idea di valorizzare i principali siti minerari sardi a scopi turistici e ambientali. Un enorme patrimoni storico, culturale, tecnologico e industriale. L’azione svolta in questi anni è stata però deludente. Inoltre l’ente è stato troppo Iglesias-centrico, il sito di Funtana Raminosa è stato trascurato. Per questo mi fa piacere che come confermato poco fa dal commissario Agus la riapertura della miniera di Funtana Raminosa al pubblico è prevista per il 2018. Ci sono molte aspettative e ho grandi speranze che ciò sarà fatto grazie all’attività del commissario Agus, una figura competente che ha preso oggi un impegno concreto.

Riassumendo, Gadoni possiede dunque due straordinarie risorse: la miniera e il suo ambiente e paesaggio.

Occorre mettere in sinergia queste risorse e valorizzarle a scopo turistico e produttivo, per contrastare lo spopolamento e creare sviluppo e occupazione.

Cosa fare quindi.

Sono due gli interventi principali, da adottare in tempi stretti:
1) Riaprire subito la miniera

2) Trasferire al Comune di Gadoni il patrimonio immobiliare della miniera ora in capo all’Igea.

Sono due temi che trasferisco all’Assessore Piras che parlerà dopo di me.

Realizzato questo, saremo ancora all’inizio. Perché poi occorrerà:

1. Pianificare le attività, serve un progetto.

2. Reperire le risorse per gli investimenti necessari.

3. Assicurare continuativamente la sicurezza della miniera.

4. Proseguire le opere di conservazione e ristrutturazione.

5. Allestire musei, predisporre un sito internet, assicurare i servizi (guide, ristorazione, ricettività, per esempio) Predisporre pubblicazioni, carte, gadget, opuscoli divulgativi. In questo senso Rosas è un modello virtuoso da cui prendere esempio. La gestione del sito può essere svolta da una cooperativa di giovani in collaborazione con il Comune.

6. Occorre poi sostenere l’avvio di nuove imprese e lo sviluppo di quelle esistenti nei settori turistico, dei servizi, dell’artigianato, dell’agroalimentare. Voglio citare l’esempio di Barbagia Express (la società che opera con il Trenino Verde), e l’attività di GeoTurismo Sardegna (di Paola Arru), e quella di Sandro Mezzolani, che si occupano di organizzare escursioni nel territorio.

7. Occorre poi attivare sinergie con il territorio e i paesi vicini (ad esempio con Seulo, Desulo, Aritzo, Belvì, Desulo, Tonara).

Sono giunto al termine del mio intervento, voglio concludere con tre parole, solo tre parole: forza Gadoni, forza.
Grazie a tutti per l’attenzione

 

 

 

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