TRASPORTO MERCI Bitti: fortissima preoccupazione per il rialzo delle tariffe navali

Nelle aziende c’è fortissima preoccupazione per gli aumenti delle tariffe di trasporto navale previsti a partire dal prossimo gennaio dalle compagnie marittime su tutte le tratte Sardegna-Continente, anche per quelle in convenzione. «La revisione al rialzo delle tariffe porta a gravissimi aumenti nei costi di trasporto che dai primi calcoli fatti dalle aziende arrivano fino a 240 euro a tratta. Per le aziende sarà un ennesimo ulteriore salasso – ha sottolineato il presidente Giovanni Bitti -. È inaccettabile che i costi per la riduzione delle emissione di CO2 imposti alle compagnie marittime siano scaricati sulle aziende e sul nostro sistema produttivo».

«Le nuove tariffe avrebbero effetti pesanti sulle imprese e sul nostro export, soprattutto nel nostro territorio dove i costi di trasporto incidono più pesamente che altrove. Anche perché oltre al trasporto via mare siamo vincolati a lunghi tragitti su gommato - ha aggiunto Bitti -. Ma soprattutto, non dobbiamo dimenticarci che operiamo in un’isola e non possiamo fare a meno di avvalerci delle navi, sia per l’approvvigionamento di materie prime, sia per la commercializzazione dei nostri prodotti. Se non si interviene per calmierare gli aumenti, i costi di produzione e distribuzione schizzerebbero alle stelle penalizzando tutte le imprese e tutti i settori, con ripercussioni devastanti per i comparti e le aziende che in questi anni hanno puntato sull’export, e tra questi settori importanti della nostra economia, tra cui l’agroalimentare e il sistema turistico. Gravi ripercussioni anche per il Distretto del marmo che sta attraverso un periodo di crisi sul fronte dell’export: se non si interviene bloccando gli aumenti saranno del tutto vanificati gli interventi messi in campo nelle settimane scorse dalla Regione per il comparto. È una stangata che va assolutamente evitata prevedendo azioni immediate per calmierare i costi e politiche efficaci e non più procrastinabili per favorire una reale continuità territoriale delle merci».

 

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