Mosaico a Tonara: gli imprenditori chiedono un cambio di rotta

Dall'adozione di specifiche politiche di internazionalizzazione al supporto per creare filiere locali, da una soluzione ai pesanti problemi infrastrutturali alla necessità di programmare e snellire l'apparato burocratico: queste le richieste principali dei nostri imprenditori intervenuti venerdì scorso alla VII tappa di Mosaico a Tonara.

Le potenzialità della Sardegna centrale sono enormi - ha sottolineato Mauro Pattarozzi, neo presidente dei Giovani imprenditori della Confindustria nuorese e ogliastrina. Il problema è che qui lo Stato se ne sta andando a poco a poco. Rischiamo di rimanere un territorio senza Stato. Qui dove ci sarebbe più bisogno: le carenze infrastrutturali sono enormi e fare impresa è più difficile che altrove. Un esempio per tutti: le distanze. Per lavorare e acquisire commesse in tutta la Sardegna, un piccolo imprenditore del centro Sardegna come me deve fare 100mila km all'anno, con costi pesantissimi.

C'è poi il problema delle infrastrutture e dei servizi delle aree industriali e artigiani come ricordato da Davide Ferreli titolare della S. F. Sard A. Pan. di Lanusei. Ferreli ha messo in evidenza il «fallimento delle politiche economiche calate dall'alto» e al tempo stesso ha sottolineato «la nuova attenzione da parte dell'Unione europea a politiche che siano espressione delle reali capacità endogene del territorio». «Per fare impresa servono condizioni di base, che spesso i nostri territori non ci sono: le nostre Zone interne sono caratterizzate da una carente infrastrutturazione delle zone artigianali e industriali poco attrattive per gli investimenti da parte di imprese "d'oltre mare" e poco competitive per le aziende locali». Per questo Ferreli ha chiesto alla politica di rilanciare il proprio ruolo che è quello di «garantire la comprensione delle reali esigenze e difficoltà che penalizzano la Sardegna centrale e le Zone interne». «Occorre fare delle scelte e attuarle in tempi rapidi e compatibili con il fare impresa - ha sottolineato Ferreli – intervenendo sulle difficoltà di accesso al credito, e snellendo la macchina burocratica vero rallentatore dello stimolo imprenditoriale».

A presentare il contratto di rete MANNA GustoSardegna e i vantaggi offerti dalle aggregazioni tra imprese è stato Mario Masini, titolare del biscottificio TIPICO a Fonni. «I vantaggi del lavorare in rete sono molteplici. In un'economia globalizzata non si può rimanere chiusi e aspettare che gli altri invadano i nostri mercati con i loro prodotti. Dobbiamo uscire e cercare di conquistare nuove fette di mercato. Anche a questo servono le aggregazioni». «Occorre poi orientare i consumi ai prodotti locali perché se consumiamo sardo creiamo nuovi posti di lavoro. Faccio soltanto un esempio: nella mia azienda si producono tre referenze di largo consumo (principalmente da prima colazione) che hanno un costo al consumatore di circa 2 €, in Sardegna ci sono circa 600mila famiglie, se ogni famiglia comprasse soltano una volta in più all'anno i nostri tre prodotti (con una spesa di 6 € l'anno), la Tipico raddoppierebbe il fatturato, l'organico aumenterebbe di 20 lavoratori, aumenterebbe il consumo di materie prime, dando origine alla realizzazione di nuovi impianti di allevamento di ovaiole e a nuova occupazione nell'indotto (tra imballaggi, trasporti e quanto serve per tutta la filiera).

In rappresentanza dei torronifici è poi intervenuto Fabrizio Pruneddu di Tonara. «È opportuno adottare politiche specifiche sul territorio che consentano di migliorare la filiera del torrone. Spesso siamo impossibilitati ad utilizzare le produzioni locali (frutticole ad esempio) perchè modeste come quantità e perchè non in possesso di una certificazione di qualità per noi indispensabili. Ecco perchè politiche che vadano in questo senso ci aiuterebbero a costruire una vera e propria filiera del torrone sardo».

A spiegare il valore e l'importanza dell'industria e delle attività manifatturiere è poi Daniela Falconi, titolare di Fattorie Gennargentu che nell'area del Gennargentu produce salumi e formaggi: «Mi piacerebbe, e questo lo dico da industriale, che non ci fosse paura dell'industria. Perché l'industria, se è ben fatta, fa bene all'ambiente. Che senso ha avere un ambiente incontaminato se poi non c'è nessuno che lo abita? Mi sto ovviamente ai miei territori, questi territori che a dispetto di un ambiente bellissimo e incontaminato si stanno inesorabilmente spopolando. E cosa c'è di peggio di un ambiente precario che genera lavoratori precari ed è attrattore di soluzioni perennemente precarie da parte della politica? Falconi ha poi richiamato il problema della peste suina: «Forse è il caso di venire e di spiegare nel dettaglio alle popolazioni di questi territori che i 250 maiali che io acquisto ogni settimana per il mio salumificio dalla provincia di Modena se invece li acquistassi sul Gennargentu creeremmo tutti insieme un motivo in più per rilanciare nuove economie in questo territorio».

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
Fax: 0784 233301
E-mail: f.puddu@assindnu.it

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