Confindustria chiede al Governo di ridurre la pressione fiscale

Confindustria nazionale ha più volte evidenziato il problema dell'eccessiva pressione fiscale sopportata dalle imprese, che penalizza il nostro Paese rispetto ai partner europei. Intervenuta di recente in Commissione Bilancio, Confindustria ha ancora una volta sottolineato il tema chiedendo al Governo «interventi chiari e decisi».

In particolare, Confindustria ha segnalato all'Esecutivo che:

Nel 2011, il cuneo fiscale e contributivo (differenza tra costo del lavoro sostenuto dall'impresa e retribuzione netta percepita dal lavoratore) è il secondo più elevato tra i 34 Paesi OCSE, pesando per il 53,5% del costo del lavoro (considerando anche l'IRAP, il TFR e la trattenuta INAIL), contro una media OCSE del 35,4% e dei 15 Paesi Ue del 41,9%.

Per quanto riguarda le imprese, gli oneri fiscali e contributivi complessivi nel 2012 toccano il 68,3% dei profitti. Un indice che si è ridotto negli ultimi anni ma che resta uno dei più elevati fra i paesi industrializzati.

Confindustria ha chiesto al Governo e al Parlamento di ridurre il costo del lavoro destinando per questo tutte le risorse disponibili grazie al rigore nella gestione dei conti pubblici e all'azione di contrasto all'evasione fiscale. Queste risorse, se sommate nel tempo, possono fare massa critica e riuscire davvero a riportare il cuneo sulla media dei paesi europei.

In particolare, Confindustria ha segnalato che «le riduzioni delle imposte previste (sulle prime due aliquote IRPEF) sono quasi interamente coperte da aumenti di altre imposte e hanno un impatto comunque molto modesto sulla crescita».

In allegato, la sintesi dell'audizione di Confindustria in Commissione di Camera e Senato e la rassegna della proposta avanzata al Governo sulla stampa nazionale

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
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