Peste Suina- economia al tracollo. L'intervento del nostro presidente della Sezione Agroalimentare Salvatore Frongia

peste
"Dopo 3 anni senza peste suina africana in Sardegna, ancora nessun cambio di rotta per il settore suinicolo. Se lo si vuole salvare, è ora di rivedere il sistema di regole sul comparto". E' l'allarme lanciato dal nostro presidente della sezione Agroalimentare, Salvatore Frongia, in una intervista pubblicata su L'unione Sarda. 

 A 40 anni dall'individuazione della peste suina africana infatti, il settore è a brandelli, specialmente dal 2011, quando è stato imposto l'embargo totale alle carni sarde. Da allora ha subìto un crollo del 75 per cento rispetto ai numeri produttivi precedenti. Oggi restano 14 mila allevamenti, destinati perlopiù all'autoconsumo. Pochissimi superano i 500 capi, la maggior parte non ne ha più di venti. Dei 180 mila maiali presenti sull'isola, nessuno è destinato a diventare suino da lavorazione. "I salumifici -evidenzia il presidente Frongia- lavorano carni non sarde per via delle restrizioni che impediscono, a chi ne possiede l'autorizzazione, di esportare carni sarde e di lavorare nello stesso stabilimento per il mercato interno, pena la perdita dell'abilitazione».  Il presidente indica soluzioni precise, a partire dalla necessità di sviluppare la filiera suinicola in un sistema sicuro dal punto di vista sanitario.

Tutti i dettagli nell'articolo de L'Unione Sarda in allegato

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