SPECIALE PRE ASSISE CONFINDUSTRIA | Cagliari 15 dicembre 2017

Venerdì 15 dicembre al Business Centre dell’aeroporto di Elmas si è svolta la Pre-Assise di Confindustria Sardegna con il presidente Vincenzo Boccia, uno dei dieci appuntamenti promossi in Italia dal sistema confindustriale in vista delle Assise generali di febbraio 2018 a Verona. L’iniziativa, organizzata da Confindustria Sardegna in collaborazione con le Associazioni territoriali, ha rappresentato un momento di ascolto sulle problematiche e le indicazioni per la crescita economica che le imprese della Sardegna propongono all’attenzione nazionale. Condividere e rappresentare ai massimi vertici della Confindustria nazionale, i temi prioritari per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio, è stato l'obiettivo principale della giornata. LEGGI IL RESOCONTO DELLA GIORNATA

 

IL RESOCONTO DELLA GIORNATA

Oltre un centinaio di  imprenditori sardi hanno partecipato all’evento delle pre Assise tenutosi a Cagliari finalizzato a raccogliere le proposte delle imprese e racchiuderle in un documento che sarà presentato a Verona durante l’evento conclusivo in programma il 16 Febbraio. Sotto l’occhio attento ed il costante ascolto del presidente Boccia le imprese sarde hanno potuto rappresentare le criticità più significative che troveranno spazio nel documento di proposta che Confindustria sta redigendo. 

Si tratta di una imponente operazione di sistema per dare voce al sistema industriale italiano. Confindustria ha deciso tracciare una linea chiara, puntuale, definita, che parte da un assunto di fondo: un’industria competitiva è la precondizione per contrastare diseguaglianze e povertà e il futuro del Paese passa attraverso il futuro delle nostre imprese.

 

IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA VINCENZO BOCCIA APRE I LAVORI 

Il 16 febbraio si terranno le Assise di Confindustria, un grande momento di mobilitazione del sistema industriale da cui deriverà un’agenda economica di medio termine che metteremo a disposizione dei segretari di partito e di chi si candiderà alla guida del paese.

Stiamo facendo un giro in tutta Italia con le pre-assise - ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia - va messa al centro la questione industriale, in Italia e in Europa. L’industria protagonista anche nell’area del Mediterraneo. 

Mai come in questo momento è importante che le imprese italiane siano compatte per porre l’accento su questioni decisive che dovranno dettare l’agenda del prossimo esecutivo - ha sottolineato Boccia - perché non vogliamo perdere le conquiste tanto faticosamente ottenute e perché il lavoro delle riforme per sgravare le imprese dalle zavorre che impediscono loro di crescere, è ancora lungo.

L'industria del futuro è ad alto valore aggiunto, ad alta intensità d'investimenti, ad alta produttività. Dobbiamo accettare la sfida digitale: non basta essere bravi produttori per restare sul mercato ma serve l'eccellenza in ogni funzione. Dobbiamo fare il passaggio dalle aziende familiari alle aziende istituzione. La Sardegna deve rifiutare l'idea culturale e politica di essere periferia d'Europa perché è centrale tra Continente e Mediterraneo. L'Isola è lo specchio del Paese, il simbolo di questo concetto e di questa visione. 

Confindustria sta lavorando a un piano di medio termine per il Paese che abbia come punti di riferimento l'occupazione, la crescita e la riduzione del debito pubblico. Con la crescita come precondizione per un grande piano per l'assunzione dei giovani e la riduzione del debito

 

GLI INTERVENTI DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Dalla Sardegna Centrale le proposte e gli spunti di riflessione sono stati numerosi.

Si riportano gli stralci degli interventi del presidente della nostra Associazione e degli imprenditori, incentrati sulle criticità e potenzialità ancora inespresse delle zone interne. 

Sono intervenuti: Roberto Bornioli, Giovanni Bitti, Luca Moi, Pietro Masini, Pietrina Lecca, Simone Ferreli e Antonio Ticca.

 

 

INTERVENTO ROBERTO BORNIOLI

Presidente Confindustria Sardegna Centrale

Caro Vincenzo, cari imprenditori, il tema della crescita delle zone interne è un punto cruciale per lo sviluppo della Sardegna e di tutto il Paese. È un tema nazionale prioritario anche per l’Unione europea che ha posto le aree interne tra le tre linee strategiche della programmazione 2014-2020. È una questione importante che, purtroppo, viene confinata ai margini del dibattito pubblico e spesso esclusa dall’agenda politica.

In Sardegna le aree interne costituiscono il 64% del territorio dove si concentra più di un terzo della popolazione. Sono territori caratterizzati da eccellenze produttive e ricchi di risorse ambientali e culturali ma penalizzati da una elevata disoccupazione giovanile e caratterizzati da un forte calo demografico, legato a uno spopolamento che interessa soprattutto i  più giovani.

Il fenomeno dello spopolamento interessa anche le imprese. Si stima che entro il 2020 la crisi demografica provocherà in Sardegna una riduzione dei livelli di reddito del 15% e una contrazione del numero delle imprese già oggi insediate per il 70% sulle coste. Sono tendenze che meritano la massima attenzione.

Dinamiche simili emergono in molte altre aree in Italia dove le zone interne rappresentano i tre quinti del territorio e quasi un quarto della popolazione.

Il tema è dunque una priorità nazionale, affrontato dal Governo con la Strategia Nazionale per le Aree Interne – la cosiddetta SNAI – che ha individuato 23 aree pilota di cui due in Sardegna. Voglio ricordare che, anche per Confindustria, la riduzione dei divari territoriali è uno dei punti chiave per assicurare coesione e un Paese sostenibile.

Fare impresa in questi territori non è facile. Ai deficit legati all’insularità comuni a tutta l’isola (energia e trasporti), nella Sardegna centrale pesano ulteriori criticità.Fatta 100 la dotazione di infrastrutture in Italia, la Sardegna vale 50 e Nuoro e Ogliastra appena 20.

Nei nostri territori spesso è forte l’impressione di essere un’isola nell’isola. Senza interventi strutturali queste aree rischiano di implodere a scapito dell’intera regione. Per questo occorrono politiche capaci di invertire la tendenza e creare nuove opportunità di impresa e di lavoro. Questi territori sono dotati di un enorme potenziale inespresso e rappresentano una grande opportunità di sviluppo per tutti.

Nel Nuorese e l’Ogliastra sono tante le eccellenze produttive legate al territorio:agroindustria, turismo, industria culturale e tutte le attività legate alla valorizzazione dell’ambiente a fini turistici e produttivi.

Occorre mettere a frutto questa ricchezza sostenendo l’innovazione, incoraggiando le aziende a crescere e a sviluppare politiche di aggregazione. In tal senso la nostra Associazione ha costituito una rete di imprese del comparto agroalimentare e stiamo avviando una nuova rete di imprese del settore turistico-culturale.

Cosa fare dunque per invertire questa tendenza? Precondizione fondamentale sono i servizi (scuola e sanità) e le infrastrutture.  Inoltre proponiamo:

1) Confindustria, in linea con il metodo adottato per il Mezzogiorno, porti all’attenzione del nuovo Governo il tema della crescita delle aree interne da porre tra le priorità dell’agenda politica della prossima legislatura. Serve una terapia d’urto e misure adeguate a sostenere le imprese insediate nei territori dell’interno e favorire la nascita di nuove attività. Pochi giorni fa sono state avanzate alcune proposte per incentivare l’arrivo nelle nostre zone interne dei pensionati dall’estero. Una misura che può essere utile.  Ritengo però che sia assolutamente prioritario pensare ai giovani e adottare politiche che motivino i giovani a restare nel territorio. È questa la vera sfida e l’assoluta priorità. In tal senso le misure sollecitate da Confindustria per incentivare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, e per l’azzeramento del cuneo fiscale, vanno nella direzione giusta anche per le zone interne.

2) In più occasioni abbiamo proposto anche a livello regionale l’adozione di provvedimenti legislativi specifici a sostegno delle zone interne. Allo stesso modo anche a livello nazionale occorrono misure legislative specifiche che riconoscano la specialità di questi territori e una premialità alle imprese che qui operano. La legge sui piccoli Comuni approvata qualche mese fa dal Parlamento è un primo passo in questa direzione. A nostro parere il fenomeno dello spopolamento di imprese e  cittadini non è né fisiologico né ineluttabile, può essere contrastato mettendo in campo politiche efficaci.

Le zone interne possono essere il centro di un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. Da questo punto di vista anche Confindustria può giocare un ruolo rilevante, portando la questione all’attenzione del Governo, con spirito costruttivo e propositivo. Intervenire si può e si deve!  

 

 

SIMONE FERRELI

Presidente giovani imprenditori confindustria sardegna centrale 

Buongiorno a tutti. Un saluto e un ringraziamento al presidente Boccia e a tutti i presenti in sala. Sono Simone Ferreli e rappresento la Sarda Pan di Lanusei, un’azienda del centro Sardegna che opera che nel settore dell’agroalimentare, nello specifico lavoriamo nel settore della panificazione tipica.

Ormai è palese, chiarissimo, che i campi su cui le nostre imprese si ritrovano a giocare le partite più importanti hanno confini che vanno ben oltre quelli geografici della nostra realtà locale, regionale, e nazionale. Ecco perché è particolarmente importante, anche per le piccole imprese, come la nostra che conta circa 25 collaboratori, il tema dell’internazionalizzazione. 

Con il termine “internazionalizzazione” non intendo indicare semplicemente e semplicisticamente il fatto che le nostre aziende abbia le carte in regola per vendere all’estero. Per certi versi con internazionalizzazione si intende un concetto più ampio. L’internazionalizzazione va ben oltre la mera vendita su mercati esteri, vendite talvolta saltuarie e occasionali.

Penso che Confindustria possa suggerire agli organi di governo a tutti i livelli che per favorire concretamente l’internazionalizzazione delle nostre imprese, bisognerebbe andare ben oltre lo step della promozione. Abbiamo necessità di essere sostenuti, soprattutto nella fase del post-vendita. Con politiche volte a colmare i gap logistici che ci penalizzano e a far sì che, come in maniera a me molto gradita ha sottolineato nel suo intervento il presidente Boccia, si possa finalmente fare dell’insularità una opportunità. Non meno importanti e auspicabilioccorrono politiche sociali e scolastiche volte a internazionalizzare le menti degli imprenditori di oggi e di domani così che possano avere sguardi e azioni globali forti delle peculiarità e del valore che abbiamo a livello locale. 

 

 

PIETRO MASINI

Vice presidente giovani imprenditori Confindustria Sardegna Centrale

Buongiorno a tutti, sono Pietro Masini, un giovane imprenditore di terza generazione, che lavora in una azienda dolciaria del centro Sardegna a Fonni, La tipico, che produce il savoiardo di Fonni. Operiamo in un moderno stabilimento che occupa 20 addetti e vende i propri prodotti al 50% in Sardegna e il resto “non con poche difficoltà” nella penisola e all’estero. 

E’ normale che quando si ha la possibilità di parlare davanti a un Presidente di Confindustria e comunque a rappresentanti del mondo politico, si colga l’occasione per presentare loro i tanti problemi a cui come aziende, come imprenditori e soprattutto come imprese isolane andiamo incontro tutti i giorni. Ma di questo ne hanno già parlato abbondantemente chi mi ha preceduto.

Sono giovane e da pochi anni mi sono affacciato al mondo del lavoro, ma ho già iniziato a capire quali e quante sono le difficoltà che tutti i giorni dobbiamo affrontare. Ma oggi, vorrei qui davanti al presidente Boccia ma soprattutto davanti a tutti i colleghi portare un pensiero positivo, o forse come io sogno e spero che possa diventare la nostra realtà.  Il mio E’ un pensiero dettato forse dal profondo attaccamento che ho nei confronti della nostra terra, che mi è stato trasmesso, sia come persona che come imprenditore dai miei genitori e allora voglio dirvi ciò che io immagino. 

Immagino la mia Sardegna come un bellissimo tappeto sardo, non so se il nostro presidente ha avuto il piacere di vedere apprezzare i nostri meravigliosi tappeti. Un tappeto è fatto di fili, colori, sfumature, che se ben intrecciati e amalgamati, creano qualcosa di veramente bello. Ecco noi siamo quel tappeto, noi siamo i fili, le trame, i colori, le sfumature, noi imprenditori, operatori di servizi, istituzioni e politica siamo tutte quelle parti che se ben tessute sono in grado di creare qualcosa di prezioso, per chi lo vede, per chi lo compra per chi lo riceve, da soli non siamo altro che pezzi di tessuto inespressi.

La Sardegna è una delle poche realtà non ancora completamente globalizzata, ma comunque con dei costi proibitivi, basti pensare che le Baleari nel 2015 hanno avuto oltre 65 milioni di pernottamenti mentre noi non abbiamo superato i 12 milioni a fronte di un territorio che è il quinto della Sardegna. Il motivo è semplice, le Baleari costano meno e chiaramente sono più accessibili dal un turismo di massa.

Allora le cose son due, o invertiamo completamente la rotta e abbassiamo i costi dei trasporti, ma questo non dipende da noi, oppure e su questo noi, tutti noi possiamo fare molto nell’immediato, rendiamo il nostro prodotto talmente desiderabile e importante che il visitatore deve voler venire in Sardegna anche rinunciando a qualcos’altro.

Motivo per cui dovremo puntare nel distinguerci, rendere imparagonabile l’esperienza fatta in Sardegna con quella fatta nelle altre isole, e potremo farlo solo comunicando ciò che è la nostra identità, le nostre tradizioni, i nostri profumi e i nostri colori, zone interne prevalentemente custodi di queste tradizioni e di questa genuinità in stretta collaborazione con la costa prestatrice di servizi turistici balneari.

Sono fortemente convinto che sinergia tra turismo e agroalimentare,  oltre che centri urbani, porti, areoporti assieme alle zone interne che con fatica perseverano nel tenere integre le nostre tradizioni sia in termini culturali che enogastronomici potrebbero garantire al turista un esperienza unica, che non troverebbe a Malta, tanto meno alle Baleari, in questo modo son sicuro che si potremo ottenere la piena soddisfazione del visitatore durante il soggiorno in Sardegna ma anche garantirci la sua fidelizzazione durante tutto l’anno, anche quando tornerà a Milano o a Berlino e cercherà nello scaffale del suo supermercato di fiducia, quel Pane Carasau, quel Pecorino, quel Savoiardone di Fonni che gli rievocherà quell’esperienza unica chiamata Sardegna. 

Abbiamo un fortissimo valore aggiunto, quello proprio di vivere e lavorare in una terra ricca di ambiente, cultura, tradizioni, sapori unici. Abbiamo un territorio bellissimo, dal mare alle montagne visitato da migliaia di persone che vengono attratti dal nostro bellissimo mare ma alle quali noi dobbiamo far conoscere e apprezzare tutto ciò che di bello e buono la Sardegna può offrire. 

Dobbiamo valorizzare e trasmettere quel patrimonio inestimabile che è la nostra identità. Tralasciando i campanilismi, dobbiamo lavorare per promuovere TUTTi il prodotto Sardegna.

Gli imprenditori che stanno vicino al mare, quindi che hanno la fortuna di essere visitati in maniera a volte anche sopra le loro possibilità di accoglienza, cerchino di proporre anche quella Sardegna un pò più lontana dalle coste ma che può dare loro un grande valore aggiunto, con le sue tradizioni, con i suoi costumi, con il suo territorio. I commercianti, promuovano i prodotti locali, valorizzando quello che sarà anche per loro un fortissimo valore aggiunto. 

Riproponiamo e incentiviamo i vecchi mestieri artigiani.

Cerchiamo veramente di creare, ma non solo a parole, una forte collaborazione tra imprese commerciali, turistiche e produttive. Tutto questo però dipende solo da noi.  Non dobbiamo chiedere alla politica, dobbiamo crederci. Solo allora potremmo ammirare quel bellissimo tappeto colorato e prezioso chiamato Sardegna.

 

 

 

PIETRINA LECCA

Titolare Hotel Orlando Resort

Buongiorno Presidente Boccia, buongiorno a tutti. Sono Pietrina Lecca, assieme a mie sorelle sono titolare dell’Hotel Orlando Resort incastonato nel cuore della Sardegna, all'interno del bosco di Santa Barbara a Villagrande Strisaili, in Ogliastra. Nella mia struttura tutto parla e profuma di tradizione, di arte ambiente e di cultura. 

Nonostante l’Hotel non sia sul mare, abbiamo sempre lavorato molto bene, la stagione appena trascorsa ha registrato numeri positivi e ci stiamo preparando per la prossima. I turisti che arrivano all’Hotel Orlando sono sempre più attratti dall’ambiente e da un turismo slow che promuove la qualità e l’esperienza, contrapponendosi al turismo di massa, che poco valorizza le tipicità di un luogo.

Vogliono conoscere i prodotti locali, le tradizioni, il posto che ci circonda. L’Ogliastra, come sappiamo tutti, fa parte di una delle blue zone al mondo e i turisti che arrivano sono sempre più affascinati anche dal fenomeno della longevità. 

Nelle aree interne della Sardegna la qualità della vita è molto forte e ci sono tante potenzialità inespresse, perciò le istituzioni dovrebbero incrementare le strategie di sviluppo.

1) Si dovrebbe investire maggiormente sulla cultura, sul turismo di qualità

2) E' quanto mai urgente dare priorità alla realizzazione banda larga. Noi imprenditori abbiamo bisogno di reti telematiche efficienti e veloci. Questo è un tema strategico per la crescita delle nostre imprese.

3) Infine occorre meno burocrazia, perché la burocrazia uccide l’imprenditorialità. Grazie, buon lavoro. 

 

 

 

ANTONIO TICCA

Direttore Tecnico Portale Sardegna

Buongiorno a tutti sono il direttore tecnico di Portale Sardegna, un tour operator specializzato nella destinazione e operiamo nel 2001 a Nuoro e ci siamo appena quotati in borsa.

La destagionalizzazione e l’allungamento della stagione rappresentano due punti fondamentali per il turismo in Sardegna. Uscire dal mono – turismo legato alla destinazione balneare che si concentra nei soli due mesi estivi può rappresentare in futuro un problema di competitività per la destinazione Sardegna. 

Pensate che ammortizzare un investimento in due mesi piuttosto che in sei mesi ovviamente darebbe un impulso sulla competitività e quindi sui prezzi dei prodotti rispetto ad altre destinazioni determinanti. 

Per raggiungere questo obiettivo occorrono nuove motivazioni di viaggio e sotto questo punto di vista tutti quelli che sono gli asset culturali delle zone interne possono, se messi a sistema e costruiti all’interno di un contesto dove tutti gli stakeholders operano, rappresentare un ottima via di uscita e di sviluppo per il nostro territorio. 

 

LUCA MOI

Presidente sezione sanitaà e servizi sociali Confindustria Sardegna Centrale

Sono Luca Moi, procuratore e direttore generale della Clinica Tommasini S.p.A. di Jerzu, casa di cura privata accreditata, nonché presidente della Sezione sanita di Confindustria Sardegna Centrale.  

Per quanto riguarda il comparto della Sanità, la prima priorità che intendiamo portare alla attenzione di Confindustria è la assoluta necessità di una programmazione da parte delle istituzioni. 

Per aziende come quelle sanitarie che operano al servizio del Servizio sanitario nazionale non è possibile lavorare senza una programmazione non dico a lungo termine, che sarebbe la cosa più auspicabile, ma per lo meno a medio termine. 

Negli ultimi anni in Sardegna, anche a causa dell'accorpamento delle ASL in una unica azienda sanitaria (ATS) e della travagliata discussione sulla rete ospedaliera regionale, la programmazione è stata colpevolmente deficitaria. Basti pensare che soltanto pochi mesi fa, e dunque con notevole ritardo, sono stati resi noti i budget assegnati per l'anno 2017 alle aziende operanti per conto del SSN. 

La mancanza di programmazione e di indicazioni certe rende ovviamente impossibile per le aziende poter pensare alla crescita e allo sviluppo e tanto meno ad incrementare i livelli occupazionali. 

Per tale motivo stiamo cercando di portare avanti, ormai da due anni e con non poche difficoltà opposte dall'Assessorato regionale alla sanità, una maggiore rappresentatività di Confindustria ai tavoli di concertazione su tematiche di interesse generale per le aziende del comparto.

Proponiamo inoltre che Confindustria si faccia portavoce della opportunità di una maggiore integrazione tra pubblico e privato: per la nostra esperienza sarebbe auspicabile favorire tali integrazione al fine di garantire maggiore flessibilità ed efficacia nella erogazione delle prestazioni e garantire quindi una migliore risposta al fabbisogno di salute della popolazione.

 

GIOVANNI BITTI

Presidente del comitato regionale della Piccola Industria di Confindustria Sardegna

 

Voglio dare il benvenuto in Sardegna a te caro Vincenzo ed alla tua squadra, un particolare saluto anche a Carlo Robiglio fresco di nomina a Presidente Nazionale della Piccola industria di Confindustria. Il mio intervento è dedicato ai “rapporti tra scuola ed impresa”. 

Sono stato da sempre un sostenitore molto convinto del principio secondo cui la scuola ed il mondo dell’ impresa debbano viaggiare sulla stessa rotaia, e sono tra coloro che hanno fortemente sostenuto il PMI DAY: come avrete avuto modo di constatare in Sardegna è stato un successo, visto che negli ultimi tre anni il numero degli studenti che hanno potuto visitare le nostre imprese sono più che quadruplicati.

Recenti studi hanno definito ed identificato un nuovo gruppo sociale tra i  tra i 15 ed i 35 anni chiamato “NEET“ ossia “not in education employment or training“ cioè persone che non lavorano che non frequentano alcuna scuola o altro istituto di formazione professionale .

Dai dati OCSE nel 2016 emerge che i NEET in Italia sono circa il 20 % , cioe’ circa 1  giovane su 5 che non studia e non lavora .

Pensate che nel nostro paese  la disoccupazione giovanile e’ al 36% mentre la media UE e’ del 18 %, la percentuale dei laureati sulla popolazione si attesta sul 25 % , mentre la media UE e’ del 39 % , la quota di giovani dai 25 ai 35 anni che vive coi genitori e’ del 50% . Questi sono dati OCSE- CNEL forniti da EUROSTAT , ovviamente sono dati desolanti se si pensa all italia come settima potenza economica mondiale .

La Sardegna è fra le prime, nella classifica europea delle regioni, con la maggior disoccupazione giovanile. In particolare la nostra regione  è sesta, col 56,3%, secondo i dati diffusi da Eurostat nel maggio scorso e relativi all’anno 2016. In una regione dove i laureati sono circa il 10% della popolazione,

Da recenti rilevazioni di Confindustria emerge che il mercato di lavoro specializzato non è affatto saturo, le aziende sono infatti alla ricerca di professionisti, nel campo scientifico tecnologico, informatico ed altre figure con competenze tecniche laboratoriali e sperimentali .

Si stima una richiesta di lavoro specializzato di circa 150 000 unita’ all anno  che non viene saturata per mancanza di competenze dei giovani disoccupati (in questo contesto si inserisce ad esempio la SARAS  pronta ad assumere specialisti digitali ).Da queste riflessioni emerge in maniera chiara che in Italia si sta sviluppando a due velocità, la prima che compete con le maggiori potenze mondiali, la seconda che trascina una massa di giovani poco formati, demotivati e disorientati, che non trovano collocazione in una societa’ che continua ad evolvere .

Pertanto è giusto e corretto che la scuola ed il mondo dell’ impresa viaggino sulla stessa rotaia, che la scuola intercetti in anticipo le esigenze future del mercato ed insieme all’ impresa formi gli studenti, creando un sistema di obbligatorietà e di premialità per gli stessi .

Mi piacerebbe  per esempio che durante il periodo di specializzazione gli studenti abbiano l obbligo di frequentare e di vivere in prima persona le aziende e che questo crei un punteggio ai fini del voto e della valutazione finale (fine studi,conseguimento diploma o laurea).

Ci troviamo a vivere in un mondo completamente cambiato: è dovere delle scuole e delle università dare alle nuove generazioni un nuovo tipo di formazione che consenta loro di lavorare e affrontare le innovazioni emergenti. Non basta più la sola lezione accademica: è fondamentale modificare il contenuto dei corsi e introdurre in tutte le materie un livello elevato di approfondimento dell’informativa innanzitutto ma anche di una elevata praticità nell’affrontare i nuovi contesti che il mercato del lavoro offre.

Solo cementificando in maniera forte il percorso formativo degli studenti con la realtà dell’impresa, riusciremo a sfornare Laureati o diplomati che quando arrivano nelle nostre aziende  siano perfettamente coscienti e preparati .

Ringrazio e saluto per l attenzione 

 RASSEGNA STAMPA

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Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Irene Bosu
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