Sabato 2 dicembre | GADONI | Funtana Raminosa: una miniera di opportunità

Appuntamento sabato 2 dicembre a Gadoni per il convegno Funtana Raminosa: una miniera di opportunità organizzato dal Comune di Gadoni sul tema della valorizzazione del sito minerario a fini turistici e produttivi, come risorsa per creare nuove occasioni di impresa nel territorio. 

Risorsa sfruttata da millenni, la miniera di rame di Gadoni ha supportato l’attività industriale in modo continuativo dal 1913 al 1987. In seguito si è lavorato sotto la direzione dell’Igea per la messa in sicurezza, la conservazione e la ristrutturazione del sito rendendo possibili per un certo periodo anche visite guidate su prenotazione. Oggi, dopo tre anni di chiusura al pubblico, il Comune intende puntare su Funtana Raminosa per rivitalizzare il paese e l’intero territorio che seppur ricco di straordinarie risorse è fortemente penalizzato dalla posizione periferica e da un preoccupante spopolamento. «Funtana Raminosa è un esempio concreto delle enormi potenzialità, anche economiche, delle aree interne della Sardegna» ha evidenziato il presidente dell'Associazione Roberto Bornioli che sabato 2 dicembre parteciperà all'incontro, promosso dal Comune, dal titolo “Funtana Raminosa, una miniera di opportunità”. Insieme a Confindustria, interverranno il sindaco di Gadoni Francesco Mario PeddioVeronica Moi del settimanale LArborense, i rappresentanti dell’IGEA, del Parco geominerario Tarcisio AgusAntonio Satta, il consigliere regionale Antonio Gaia, il giornalista Giovanni Cristian Melis. Chiuderà i lavori l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras.

«Funtana Raminosa a Gadoni, la miniera di rame con un grande valore industriale e culturale, inserita in un’area di straordinario fascino ambientale», ha commentato Bornioli in una nota dove ha spiegato le proposte di Confindustria per valorizzare la miniera. 

AMBIENTE E CULTURA PER L’ECONOMIA DELLE ZONE INTERNE «I territori delle aree interne sono da tempo al centro delle attenzioni di Confindustria Sardegna Centrale - ha spiegato Bornioli - che in più occasioni ha avanzato proposte concrete per valorizzare gli attrattori culturali e ambientali in un’ottica turistica e produttiva. La storia, l’alta tecnologia, gli impianti, gli interessanti risvolti sociali e culturali della miniera e lo straordinario contesto ambientale in cui è inserita rendono Funtana Raminosa un unicum prezioso attorno al quale costruire percorsi virtuosi di rilancio economico di un intero territorio che nonostante le sue straordinarie risorse rischia di morire. Perché c’è anche l’altro lato della medaglia, che si chiama spopolamento, pochi residenti e poche imprese, mancanza di lavoro e di opportunità. Le statistiche sono impressionanti: negli ultimi sedici anni Gadoni ha perso 200 abitanti pari al 20 per cento dei residenti. È fondamentale intervenire per invertire la tendenza creando nuove opportunità di lavoro e di impresa. Perché senza impresa non ci può essere sviluppo sostenibile e le comunità sono destinate al declino. Da Funtana Raminosa si può quindi ripartire per creare nuove opportunità di sviluppo e nuove imprese nel settore turistico, culturale, dei servizi e dell’agroalimentare».

CHE COSA FARE «La miniera di Funtana Raminosa è una grande opportunità per Gadoni - ha aggiunto Bornioli -: bisogna assolutamente riaprire la miniera al pubblico e rendere il sito fruibile ai turisti, realizzare e promuovere itinerari ambientali, raccontare la storia di un sito unico con decine di gallerie, impianti di trattamento, officine, macchinari e attrezzature, ben conservati e tutto intorno un vero e proprio borgo minerario. D’altronde in molti territori anche in Sardegna la valorizzazione delle miniere a scopi culturali e museali ha dato e continua a dare importanti risultati in termini di presenze turistiche. Non si parte da zero. In questi anni i minatori e i tecnici dell'Igea si sono occupati della messa in sicurezza e delle bonifiche e si sono adoperati per conservare i macchinari, gli impianti e le gallerie. La chiesa campestre di Santa Barbara è stata restaurata ed è accessibile, c'è un museo già pronto da allestire. Il sito minerario è al centro di uno straordinario patrimonio ambientale e boschivo, da valorizzare anche in sinergia con altri attrattori importanti come il Trenino Verde per esempio.