Le imprese sono motore di sviluppo per le aree interne della Sardegna centrale

Per dare voce alle imprese delle aree interne della Sardegna centrale, Confindustria ha realizzato un video reportage dal titolo Diamo voce alle imprese che raccoglie le testimonianze di alcuni imprenditori che fanno impresa e creano ricchezza nelle aree interne del Nuorese e dell'Ogliastra. Con grande tenacia e determinazione, nonostante le tante difficoltà che li penalizzano, gli imprenditori continuano a credere nella possibilità di crescita e di sviluppo del territorio. Il video è stato proiettato nel corso del convegno Un Masterplan per le zone interne organizzato dalla nostra Associazione a Fonni il 14 ottobre 2016.

Diamo voce alle imprese

Le imprese delle aree interne della Sardegna centrale si raccontano

 

Agroalimentare

Mario Masini del biscottificio Tipico di Fonni: «La Sardegna è una regione che ha tante potenzialità, ha tante potenzialità perché ha anche un cuore vibrante che è quello delle zone interne. Le zone interne dove si tengono e si mantengono le tradizioni e la cultura, e appunto dalle tradizioni vengono molti prodotti. Io lavoro nel settore agroalimentare e noi produciamo dei prodotti che vengono – proprio – dalla tradizione. Lavoriamo a Fonni e ritengo che Fonni si possa definire un polo agroalimentare, in quanto su 4mila abitanti ci sono oltre 200 addetti nel settore alimentare».

 

«Il primo problema che riscontriamo nel comparto del torrone - spiega Eleonora Porru del torronificio Licanias de Sardigna di Tonara - è la reperibilità delle materie prime. Vorremmo garantire una produzione solo con l’utilizzo di miele locale e frutta secca locale ma questo non è spesso fattibile perché i produttori di materie prime appunto sono spesso piccoli produttori e talvolta hobbisti e per questo non riescono a garantirci una qualità e una quantità adeguata alla nostre esigenze. Vorremmo quindi poter fare un’etichetta con l’utilizzo di materie prime locali».

 

Interviene Nina Puddu tra i titolari dell’azienda Fratelli Puddu che produce vino e salumi a Oliena: «La nostra è un’azienda di 50 ettari nel cuore della Barbagia. Nonostante la bellezza del nostro territorio e le potenzialità della nostra realtà produttiva, anche per la bellezza dei nostri paesaggi e per la bontà dei prodotti, abbiamo diverse problematiche. La più grave riguarda la peste suina. Vorrei invitarvi un giorno a vedere che espressione fanno i turisti, che arrivano nel nostro punto vendita immerso nella natura e si accorgono che le carni dei nostri salumi non sono sarde. Noi siamo costretti a spiegare che "purtroppo no le carni non sono sarde, eravamo uno dei macelli certificati e allevamenti certificati ma a causa della peste suina non stiamo più allevando e le carni sono nazionali”. 

Nonostante le nostre rassicurazioni, gli spieghiamo che le carni sono nazionali, che sono fresche e di non preoccuparsi che è tutto a posto, dobbiamo chiedergli di fare un certificato per portarla fuori. A quel punto ci rispondono: “ma se la carne è nazionale perché dobbiamo fare dei certificati?”. Questo è un problema che per noi sta diventando veramente grave. Non riusciamo più ad avere delle scuse valide per poter dire qual è la soluzione a questo problema, non riusciamo più a dare una giustificazione al perché dobbiamo vendere in questo modo».

 

Katia Bulloni tra i titolari del panificio Bulloni di Bitti sottolinea poi le esigenze delle aziende impegnate sui mercati esteri: «Abbiamo un esportazione del 50 per cento, sia in Europa sia in Asia e USA. Uscire dal mercato locale non è stato facile siamo dovuti andare incontro sia all’innovazione di prodotto che di processo produttivo e siamo passati dalla tipica sfoglia del pane a formati veramente piccoli come la striscia del pane carasau allo snack da 40 grammi. 

Tutto ciò per andare incontro alle esigenze del mercato internazionale e accontentare i clienti.

Tutto questo è avvenuto in un contesto poco competitivo, in un territorio strutturalmente debole rispetto ad altre aree. Noi chiediamo alla Regione di dare un sostegno concreto e reale anche attraverso una maggiore presenza della Regione Sardegna alle fiere organizzate a livello europeo e internazionale. Fino al 2007 la presenza della Regione alle grandi fiere internazionali era costante, adesso invece ci ritroviamo a dover affrontare questa grossa spesa da soli, stiamo parlando di circa 10mila euro per ogni fiera e considerando che le fiere più importanti sono tra le 8-10 fiere all’anno, la spesa è davvero importante e spesso ci impedisce di poter partecipare a tutti gli appuntamenti. Alla Regione chiedo che si rivede la strategia di promozione,  continuare un lavoro che è iniziato negli anni e che potrebbe continuare e dare nuovi sbocchi».

 

Il settore culturale 

Abbiamo poi raccolto la testimonianza di Vanna Fois, titolare della storica casa editrice Ilisso di Nuoro che ha sottolineato l'importanza di valorizzare il patrimonio culturale per creare circuiti economici virtuosi:«La cultura non è un lusso al quale ricorrere nei momenti in cui c’è una condizione economica favorevole e quindi da cui sottrarsi invece nei momenti di crisi economica come l’attuale. La cultura è un vantaggio. Questo secondo me è un aspetto del quale si deve tenere particolarmente conto, che va instillato e diffuso. La Sardegna è ricca di risorse materiali e immateriali, e particolarmente proprio Nuoro e la sua provincia e questo può consentire veramente investimenti in prospettiva. A mio avviso bisognerebbe assumere una posizione di ascolto e di osservazione rispetto a quelle realtà già operano con successo. Un disegno progettuale non devo però essere disgiunto da un’assunzione di responsabilità che sia finalizzata alla qualità del fare».

 

Ambiente come volano per le produzioni tipiche e il turismo 

 

Le zone interne della Sardegna centrale custodiscono un patrimonio ambientale straordinario, attrattori di primo ordine che potrebbero essere meglio valorizzati soprattutto in un'ottica turistica e di promozione delle produzioni locali. L'imprenditrice del settore turistico Pietrina Lecca Hotel Orlando Resort a Villagrande Strisaili interviene sul tema della longevità:
«La Sardegna fa parte di una delle blue zone al mondo e in particolare questo fenomeno è caratteristico delle aree montagne dell’Ogliastra e in Barbagia. Oggi sono sempre di più le persone attratte da questo fenomeno, non solo scienziati ma anche i turisti viaggiatori che vengono in questo territorio per saggiare il fenomeno della longevità. I nostri territori, in cui la qualità della vita è più forte, sono quelli che hanno maggiori potenzialità per imporsi sul mercato. È dunque fondamentale che su questo tema le istituzioni incrementino le loro strategie di sviluppo investendo e sulla cultura, sul paesaggio, sul turismo di qualità, investimenti strategici per i paesi delle nostre zone interne».

 

L'imprenditore ogliastrino del settore turistico Rocco Meloni, titolare dell'hotel Faros interviene sulle potenzialità del Trenino Verde: 

«Il Trenino verde in Sardegna è uno degli attrattori internazionali più importanti ed è, di conseguenza, uno degli elementi che può rilanciare anche il turismo dei paesi dell’interno purtroppo interessati ad un degrado demografico importante. E’ necessario che la Regione creda in questo sistema, lo rilanci dal punto di vista economico e soprattutto trasferisca le competenze dall’assessorato ai Trasporti all’assessorato al Turismo e che l’Assessorato al turismo apra al settore privato e degli imprenditori che hanno interesse ad investire nel settore turistico – la gestione stessa del trenino. In questo modo si può rilanciare in maniera nuova un sistema importante».

 

Il settore manifatturiero

 

Franco Moro, titolare della SuberExtra, azienda di lavorazione del sughero insediata nell'area produttiva di Ovodda, mette in evidenza le carenze infrastrutturale e di servizi che penalizzano le attività: «La SuberExtra nasce da un’esperienza centenaria che inizia con mio nonno Antonio e continua con mio padre Cristoforo che estraevano e rivendevano il sughero estratto. Oggi la Suberextra ha 20 dipendenti a tempo indeterminato e circa 50 stagionali per la raccolta e la selezione del sughero. L’azienda è nata e si è sviluppata in un paese del centro Sardegna, in un contesto privo di infrastrutture, basti pensare che ancora oggi la zona artigianale è priva di rete idrica e fognaria. Nell’ultimo stabilimento realizzato abbiamo dovuto far uso di un gruppo elettrogeno perché la cabina non soddisfa le attuali esigenze produttive dell’azienda. La linea telefonica ha grandi difficoltà con internet e anche i nostri commerciali non sono supportati da questo. Nonostante ciò l’azienda va avanti investendo in tecnologia e risorse umane. Paradossalmente, le materie prime oggi costituiscono un punto di debolezza perché la qualità del sughero sardo è calata a causa della cattiva gestione dei boschi di sughero. Purtroppo la Regione e lo Stato non dedicano a questo prodotto l’attenzione che merita. Confido nella sensibilità del Presidente Pigliaru e della sua Giunta che presti particolare attenzione a questo comparto, questo prodotto che ci dà l’opportunità di fare impresa, e di fare impresa in questo territorio».

 

La necessità di una svolta nelle politiche per le zone interne è sottolineata anche da Mauro Pattarozzi titolare dell'azienda Impianti Pattarozzi di Sorgono e presidente dei Giovani Imprenditori dell'Associazione: «I problemi del fare impresa nel centro Sardegna sono problemi ormai affermati. La verità è che dobbiamo trovare soluzioni immediate e decise. La nostra proposta è quella di attivare la fiscalità di vantaggio che darebbe ossigeno alle imprese e le renderebbe competitive nel mercato regionale e nazionale. Occorre però fare in fretta, perché se creiamo una frattura fra questa generazione e le prossime generazioni sarà difficile recuperare e creare una continuità fra gli imprenditori di oggi e l’imprenditore del domani».

 

Chiude le testimonianze l'imprenditore Massimiliano Meloni delle Fattorie Gennargentu azienda produttrice di formaggi e salumi a Fonni: «La Sardegna Centrale è in recessione. Lo dicono tutti i numeri e tutti gli indicatori economici: disoccupazione al 40 per cento, tre giovani su cinque sono disoccupati, la dispersione scolastica è tra le più alte in Italia e lo spopolamento che cresce, stanno causando il declino del nostro territorio. Serve immediatamante un piano di sviluppo che unisca le nostre eccellenze.

Viviamo sopra il più grande spettacolo naturale del Mediterraneo a oggi totalmente inutilizzato, non reso economicamente vantaggioso per le nostre popolazioni. Tra le nostre eccellenze c'è poi la nostra cultura. Dobbiamo unire queste due eccellenze con tutte le più grandi risorse del progresso del Ventesimo secolo. Tutti oggi ci chiedono di internazionalizzarci ma abbiamo difficoltà serie a raggiungere il continente italiano. Abbiamo bisogno di una rete che copra al 100 per cento tutto il territorio del centro Sardegna, una rete satellitare e anche telefonica. Oggi lavoriamo anche in macchina, non è possibile che ogni 30 metri cada la linea. Il Burundi ha una copertura molto più importante della nostra. Abbiamo bisogno di un piano di sviluppo che consenta alle nostre aziende di essere competitive in un mercato sempre più complicato, sempre più agguerrito. Noi imprenditori chiediamo un risparmio sul trasporto merci: non possiamo spendere 0,25 euro a chilogrammo contro i nostri competitor che ne spendono 0,10 euro.

Chiudo dicendo che ho sentito qualcuno in Regione che si rassegnava allo spopolamento del centro Sardegna, noi non vogliamo rassegnarci perchénon è un atteggiamento da sardi la rassegnazione non è un atteggiamento che ci appartiene. Noi, anzi, combatteremo affinché ci sia un vero e proprio rinascimento per i nostri territori. Lo dobbiamo ai nostri nonni e lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti». 

 

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