Flop degli investimenti a Pratosardo. Bornioli: i 50 milioni per il Nuorese non si toccano

«La gravissima crisi di Pratosardo, come quella di altre aree industriali, necessita di interventi straordinari e specifici, per esempio l'introduzione di un regime fiscale agevolato o di una fiscalità di vantaggio come proposto a Pigliaru il 17 dicembre a Nuoro». Bornioli accende i riflettori sul sito di Pratosardo: «Utilizzare i 50 milioni già stanziati a sostegno delle imprese, e per infrastrutture, riqualificazione professionale e altre azioni di contesto».

«Delle 118 imprese recentemente ammesse alla seconda fase delle Aree di crisi-Piani di Sviluppo Locale (PFSL) della Sardegna Centrale appena 6 hanno sede a Nuoro e di queste soltanto 3 sono insediate aPratosardo. Ancora più preoccupante è il dato delle imprese che hanno rinunciato all'investimentosebbene avessero superato la seconda fase. Sono infatti ben 28 le imprese di Nuoro che pur ammesse alla seconda fase hanno rinunciato, e di queste 7 attive a Pratosardo. Le imprese sono ormai allo stremo e, sempre più scoraggiate,  rinunciano a investire. La situazione a Pratosardo è andata peggiorando negli ultimi anni: fallimenti, cassa integrazione, stop agli investimenti sono ilsegno della fortissima crisi che ha colpito un sito produttivo abbandonato a se stesso, eppure strategico per la città di Nuoro e tutto il Nuorese. E pensare che fino a qualche anno fa altri 45 imprenditori erano pronti ad aprire una nuova attività produttiva a Pratosardo. Scoraggiati dalla crisi, vi hanno rinunciato. La valorizzazione dell'area industriale di Pratosardo – tra l'altro al centro di un Piano strategico comunale mai attuato – è un nodo centrale per lo sviluppo di tutto il Nuorese. Il sito infatti ha enormi potenzialità: è una delle aree meglio infrastrutturate di tutta la Sardegna centrale e in esso già da qualche anno si sta costituendo un piccolo polo dell'agroalimentare che nel 2012 contava già 15 imprese. Da sei anni inoltre il commissariamento del Consorzio limita la governance del sito produttivo all'ordinaria amministrazione.

I PSFL al momento non sono riusciti a dare la scossa sperata: il riconoscimento dell'Area di crisi perPratosardo costituisce un importante risultato per tutto il Territorio, ma è stato finora vanificato dalla burocrazia e dall'assenza di strumenti che potessero assicurare il credito alle aziende. Ora preoccupano i dubbi sullo strumento PSFL che potrebbe subire modifiche. A nostro parere, se correttivi devono esserci, sono quelli per semplificare le procedure, ridurre i tempi amministrativi e agevolare l'accesso al credito, ma i 50 milioni già stanziati nel 2012 per le aree di crisi del Nuorese non si toccano. Anche perché oltre i 27 milioni impegnati per gli investimenti per le imprese, sono stati stanziati 9 milioni per la formazione, 5 per le azioni di contesto e altri 9 milioni per le infrastrutture.

Che fine hanno fatto questi 23 milioni che non sono mai stati utilizzati? Risorse destinate anche all'area di crisi di Pratosardo che dovevano essere spese subito perché del tutto indipendenti dal bando degli investimenti per le aziende, e che non vorremmo finissero nella spirale dei tagli. Vista la gravissima situazione di Pratosardo perché non programmare interventi di formazione per la riqualificazione professionale dei lavoratori? Perché non si dà il via alle azioni di contesto previste e condivise con il Tavolo di partenariato in fase di progettazione territoriale? Tra queste rientrano importanti misure di marketing territoriale, di promozione e di internazionalizzazione delle imprese, la realizzazione di un info point e di un centro servizi consortile, che potrebbero almeno in parte rivitalizzare Pratosardo. Per le infrastrutture le risorse dovevano essere utilizzate per la realizzazione dello svincolo diretto alla ss 131 e per il completamento della banda larga. Nulla di tutto questo è stato però concretizzato».

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