Agroindustria strategica in Sardegna e nel Marghine. Bornioli: orgogliosi del nostro agroalimentare

Grande partecipazione stamattina a Macomer al convegno "L'industria alimentare settore strategico per la Sardegna. Il polo agroalimentare nel Marghine. Tradizione, innovazione, Expo 2015, Europa, Export".Coordinato dal presidente dell'Associazione Roberto Bornioli, il convegno è stato un utile strumento di confronto su un settore cardine dell'economia sarda. Bornioli: siamo orgogliosi del nostro agroalimentare.

Filo conduttore della giornata la necessità di sinergie e di maggiore collaborazione tra le varie componenti della filiera agroalimentare, appello lanciato all'inizio del convegno dal presidente di Confindustria Roberto Bornioli: «Il Marghine, come tutto il centro Sardegna, - ha sottolineato  Bornioli - è attraversato da una crisi economica, demografica e sociale senza precedenti. Tutti i settori sono in fortissima difficoltà. Eppure, a fronte di un tessuto economico così stremato dalla crisi, nell'area resiste un nucleo importante di aziende del manifatturiero in cui eccelle l'agroindustria. Nell'area esiste un vero e proprio polo agroalimentare con produzioni e aziende di eccellenza regionale, soprattutto nel comparto lattiero-caseario, di lavorazione delle carni, nella produzione di pane ma anche mangimi e alimenti per animali. In particolare, l'agroalimentare è un esempio di quell'industria avanzata su cui l'Europa chiede di puntare e per la quale ha investito, per lo più attraverso il programma Horizon 2020, 150 miliardi di € nei prossimi anni. L'agroalimentare sardo vanta produzioni ad alto valore aggiunto che uniscono la ricerca e l'innovazione di prodotto all'alta tecnologia. E ciò si coniuga a un patrimonio di ricette, tradizioni ma soprattutto competenze e professionalità unico e difficilmente esportabile e tale da costituire il vero valore dell'agroalimentare made in Sardinia». Per far fronte alla crisi devastante che ha colpito il Marghine, Bornioli ha fatto una serie di proposte per rivitalizzare l'economia del territorio: «1. riteniamo prioritario che la Regione investa nel Marghine i 20 milioni di euro residui dal vecchio bando per l'Area di crisi di Tossilo. In merito al nuovo bando occorre semplificare le procedure e accelerare l'iter. La sfiducia delle imprese è massima: affinché gli interventi siano efficaci bisogna accelerare con l'istruttoria dei progetti, eliminando inutili burocrazie e agevolando l'accesso al credito da parte delle imprese. 2. occorre che la Regione programmi un piano per le infrastrutture per la Sardegna centrale in cui si prevedano interventi per le aree industriali di Tossilo e Bolotana e il potenziamento di alcune direttrici strategiche tra le zone interne e il nord dell'isola (come per esempio la SS 129); 3. La Regione di concerto con i sindaci, associazioni e imprese puntino alla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali a fini turistici e produttivi - anche attraverso un'adeguata programmazione dei fondi Ue e promuovendo forme di collaborazione pubblico-privati. In questo senso Confindustria ritiene prioritario investire sulla presenza nel territorio di eventi di portata regionale, come la Mostra del libro di Macomer, una delle rassegne editoriali più importanti in Sardegna. È poi importante favorire la nascita nel territorio di attratori ambientali, come per esempio il Parco del Marghine, la cui istituzione deve partire dal basso con il coinvolgimento dei Comuni ma in cui anche la Regione gioca un ruolo importante. 4. anche in vista della riforme in atto a livello regionale e nazionale è necessario che la Regione e lo Stato salvaguardino la presenza nel territorio dei servizi pubblici essenziali, dal carcere alle scuole alla struttura ospedaliera».

Dopo il video reportage realizzato dall'Associazione con l'obiettivo di fare il punto sull'economia e il polo dell'agroalimentare del Marghine, il rappresentante di Federalimentare a Bruxelles Paolo Patruno ha spiegato in che modo la politica e le norme europee condizionino in modo forte il settore agroalimentare (dalle norme sull'etichettatura alla sicurezza alimentare e all'export) e ha ribadito che l'obbligatorietà in etichetta dell'origine delle materie prim non sia la strada giusta per sostenere e rilanciare le produzioni agroalimentari e il made in Italy.

Della necessità di una maggiore collaborazione tra il settore di trasformazione e quello agricolo ha parlato anche Stefano Ferranti che ha rilanciato l'idea di un Patto di filiera mentre il presidente della Fondazione ITS di Macomer Raffaele Franzese ha sottolineato quanto sia importante attivare collaborazioni tra il mondo delle imprese e la formazione come l'ITS di Macomer che da ottobre ha attivato nuovi corsi post-diploma per tecnici dell'agroindustria.

Nel corso del convegno il vicepresidente Giovanni Bitti ha premiato Katia Bulloni, in rappresentanza del Panificio Bulloni di Bitti, azienda agroalimentare di eccellenza che produce pane carasau e lo esporta in tutto il mondo.

 

La voce degli imprenditori e del Territorio

 

Gli imprenditori, Pierpaolo Milia della Profenda, Massimiliano Meloni di Fattorie Gennargentu e Leonardo Tilocca delle Cooperative Formaggi e Sardegna, hanno tutti sottolineato le enormi potenzialità del settore agroalimentare che però merita maggiore attenzione da parte della Regione: «Non dovete avere paura degli imprenditori. Perché senza gli imprenditori e senza industria di trasformazione è difficile puntare su questo settore. Il polo agroalimentare del Marghine vanta imprese di eccellenza che si posizionano ai primi posti della classifica provinciale e regionale per fatturato  , azienda che produce mangimi e cereali a Tossilo. Il settore ha enormi potenzialità che ha resistito alla crisi e cresce - pur nelle difficoltà. Ma le imprese meritano maggiore attenzione. E soprattutto occorre contrastare la burocrazia che danneggia le imprese, spesso trasformandosi in un boomerang per chi investe. Oltre ai costi della burocrazia - sottolineano gli imprenditori - sulle aziende pesano i costi ddi energia, denaro, trasporti e le inefficienze collegate alla mancanza di materie prime locali, come è il caso del comparto suinicolo su cui grava la peste suina».

«Il nostro agroalimentare è un'eccellenza nel mondo ma facciamo poco per valorizzarlo. I nostri prodotti sono i migliori ma sono anche oggetto di inaccettabili contraffazioni, che vanno combattute e denunciate - ha rilanciato il vicepresidente vicario Antonio Auricchio: i nostri prodotti sono conosciuti in tutto il mondo come i più buoni, i più genuini, i salutari. Questa è un'enorme opportunità che non sappiamo sfruttare. I falsi e i prodotti contraffatti sono diffusi in tutto il mondo».

Il sindaco di Macomer Onorato Succu ha ribadito «la necessità di una maggiore attenzione a un territorio in difficoltà. Aree di crisi, credito d'imposta, misure per valorizzare il patrimonio ambientale e culturale e infrastrutture tra cui interventi per il potenziamento della SS 129: sono queste le priorità. L'agroalimentare è un'eccellenza del Marghine e per questo sono d'accordo con il presidente Bornioli quando sostiene la necessità che non si diffondano messaggi dannosi».

 

Le risposte della politica

 

Gli assessori regionali all'Industria e all'Agricoltura, Maria Grazia Piras ed Elisabetta Falchi, hanno risposto unanimi all'appello lanciato dal presidente Bornioli nel corso del convegno di stamattina a Macomer dal titolo "L'industria alimentare settore strategico per la Sardegna. Il polo agroalimentare del Marghine. Tra tradizione, innovazione, Expo 2015, Europa, Export". Falchi: le sinergie sono necessarie per far crescere il comparto. Piras: agroalimentare rappresenta una fetta importante del nostro manifatturiero.

L'assessore all'Industria Piras ha sottolineato inoltre l'esigenza di un'economia integrata: «le monocolture non hanno futuro: un territorio si sviluppa solo con tutti i settori, e del resto le zone dove l'agricoltura crea più ricchezza sono anche quelle dove l'industria è più sviluppata». L'assessore ha poi risposto alle richieste di semplificazione arrivate dagli imprenditori che nel corso del convegno hanno chiesto con forza di abbattere la burocrazia. «Dobbiamo eliminare i lacci e lacciuoli burocratici che limitano la competitività delle imprese. E per quanto riguarda l'agroalimentare è necessario puntare sull'internazionalizzazione e sulle aggregazioni d'impresa. Come Assessorato faremo partire a breve un sistema premiante per favorire la partecipazione delle imprese a Expo 2015, con una particolare attenzione alle reti d'impresa. Le aggregazioni sono infatti fondamentali».

L'assessore all'Agricoltura Elisabetta Falchi ha rilanciato la necessità della collaborazione tra le aziende di trasformazione e il settore agricolo perché senza una strategia comune non si possono mettere in campo politiche valide. «Dobbiamo legare i progetti agricoli ai progetti industriali. La chiusura della filiera è fondamentale - ha sottolineato Falchi che ha aggiunto: dobbiamo valorizzare le nostre eccellenze produttive e saper valorizzare il potenziale enorme dell'agroalimentare sardo che è sinonimo di qualità e genuinità. Occorre puntare sui mercati esteri e fidelizzare i consumatori dei mercati più forti, come quello cinese adottando le migliori strategie di marketing e promozione».

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
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