Crisi del Nuorese. I casi della Motorizzazione e del carcere sono solo la punta dell'iceberg

«Lo stato di sofferenza del Nuorese è sotto gli occhi di tutti. Nuoro è il territorio che in Sardegna ha subito gli effetti più devastanti della crisi, che potrebbe essere accentuata dal progressivo smantellamento dei servizi pubblici. I casi della Motorizzazione a Nuoro e del carcere a Macomer sono soltanto la punta dell'iceberg». Così Bornioli ha commentato i dati del Sole 24 ore che ha posto Nuoro al quinto posto tra i territori più colpiti dalla crisi.

«Per questo - aggiunge Bornioli - siamo al fianco dei sindaci che in prima linea fanno appello allo Stato affinché non arretri, perché ogni passo di ritirata è un colpo mortale per un territorio già in declino. Oltre alla Provincia, e prima ancora la Banca d'Italia, il Nuorese rischia di perdere per effetto delle riforme la Prefettura, la Camera di commercio, la Dpl, l'Inps, l'Inail e altri servizi fondamentali per le imprese e per tutto il centro Sardegna. I segnali del ridimensionamento sono già visibili: pensiamo per esempio che Dpl e Inail hanno già oggi un direttore multisede che lavora a Nuoro un giorno a settimana. A ciò si aggiunga il rischio chiusura paventato per ospedali, scuole e uffici giudiziari e le forti difficoltà in cui operano enti come l'Università e centri culturali come il Man e la Satta, costretti a elemosinare le risorse di anno in anno. Perciò occorre che le forze politiche e le istituzioni si mobilitino impegnandosi a difendere i servizi esistenti, evitando che i processi di accorpamento continuino ai danni della nostra provincia».

«La sensazione - sottolinea Bornioli - è che chi ci governa non abbia la giusta percezione dello stato di profondo malessere e dei preoccupanti processi di spopolamento in atto nel Nuorese. Perché il premier Renzi, oltre che andare nel Sulcis e a Olbia come dichiarato, non viene anche nella nostra provincia, per toccare con mano il disagio del territorio? Confindustria è favorevole alle riforme ma esse non devono penalizzare territori già deboli, contribuendo ad accentuarne gli squilibri. Il rischio concreto è che, se non opportunamente governati, le razionalizzazioni ipotizzate da Stato e Regione possano mettere all'angolo ancora di più il centro Sardegna, e che la situazione, anziché migliorare, peggiori sensibilmente a scapito di imprese e famiglie. Per questo, nel nostro Progetto per la Sardegna centrale, abbiamo proposto la necessità di un decentramento che avvii un'inversione di tendenza da concretizzarsi per esempio con il trasferimento a Nuoro della Direzione del Corpo forestale e la realizzazione della Scuola forestale».

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