Bornioli ieri a Cagliari per l'incontro-confronto Cappellacci-Pigliaru

Energia e sviluppo delle industrie culturali: questi gli argomenti al centro delle domande poste ieri dal presidente Roberto Bornioli che su questi temi ha incalzato i due candidati alla Presidenza della Regione, Ugo Cappellacci e Francesco Pigliaru, nel faccia a faccia promosso a Cagliari da Confindustria Sardegna.

Ecco le domande che Bornioli ha rivolto ai candidati: la prima domanda ha interessato i costi dell'energia, tra i principali fattori che pesano sulla competitività delle aziende. Bornioli ha ricordato che le imprese sarde sopportano costi per l'energia superiori in media del 50-60% rispetto ai concorrenti europei e ha chiesto ai candidati Presidenti: 1) se fossero pronti ad approvare il Piano Energetico Regionale entro i primi mesi della legislatura; 2) se fossero favorevoli o contrari alla ricerca e all'estrazione del gas metano in Sardegna; 3) che cosa pensassero dei comitati del no a prescindere nati in più occasione negli ultimi mesi in Sardegna. La seconda domanda ha interessato lo sviluppo delle industrie culturali e gli interventi che i candidati Presidenti intendono mettere in campo per sostenere le imprese della cultura. Altra questione cruciale tocca il nodo delle università decentrate e la disponibilità dei candidati ad assicurare e trasferire i fondi, già stanziati e previsti per legge, per l'Università nuorese e altri enti ed eventi culturali del territorio.

Queste le risposte dei candidati: Ugo Cappellacci ha dichiarato: Sono d'accordo con il coinvolgimento pieno delle comunità. Noi abbiamo seguito questa strada con il nuovo piano paesaggistico: siamo andati di Comune in Comune. E' necessario avere una grande capacità di ascolto. Ogni suggerimento va pesato con molta attenzione e se possibile applicato fino a modificare il progetto iniziale. Ma sia chiaro: alla fine qualcuno deve pur caricarsi il problema sulle spalle, e cioè decidere, e non può che essere il governo della Regione. Per Francesco Pigliaru: non esistono sì e no a priori. Certo il coinvolgimento delle popolazioni deve essere pieno e completo in ogni passaggio ma i dibattiti pubblici devono partire sempre dalla conoscenza. Così la mia proposta è le valutazioni preliminari su quelli che potrei definire interventi delicati devono essere fatte da persone terze, non coinvolte. Ed è proprio da quelle valutazioni indipendenti che sempre dobbiamo partire prima di emettere il nostro giudizio definitivo.

 

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