Mosaico Tonara: Bornioli presenta il progetto per la Sardegna centrale

Il Nuorese e l'Ogliastra sono allo stremo e sempre più ai margini dell'attenzione politica. Al convegno Mosaico a Tonara il presidente Bornioli illustra i sette punti programmatici del Progetto per la Sardegna centrale e le sue Zone interne, unica via d'uscita per contrastare il declino demografico, economico e sociale.

  L'esperienza di MOSAICO

Macomer, Fonni, Tortolì, Orosei, Nuoro, ancora Tortolì ed oggi Tonara: il nostro viaggio, iniziato alla fine del 2011, in piena recessione, ci ha messo davanti alla crisi devastante che ha colpito tutti i territori e tutti i settori produttivi. Cassa integrazione e disoccupazione, fallimenti, fortissime difficoltà di accesso al credito, crisi dei mercati, tassazione insostenibile: è questo il quadro desolante in cui coraggiosamente continuano a operare le aziende della Sardegna Centrale.

Con il Progetto Mosaico, l'Associazione è uscita dagli uffici per avvicinarsi agli imprenditori e comprendere meglio i problemi contro i quali essi si scontrano tutti i giorni: carenza di infrastrutture, burocrazia soffocante, costi abnormi di energia e trasporti, mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione, tutte criticità strutturali irrisolte da decenni che bloccano la crescita dei settori produttivi.

Ideato per agire da collante tra l'economia reale e la politica, il Progetto Mosaico ha messo al centro della scena i problemi di chi fa impresa e produce ricchezza nelle Zone Interne; eppure, le tante sollecitazioni giunte dagli imprenditori sono, a parte alcune eccezioni, cadute nel vuoto. Alla concretezza delle proposte avanzate dalla nostra Associazione si è contrapposta la mancanza di risposte concrete dei protagonisti politici. Raramente le proposte indicate da Confindustria e dalle imprese sono state accolte e tradotte quindi in azioni concrete.

 

Quadro economico


I danni che la recessione ha inferto al tessuto imprenditoriale e produttivo regionale sono gravissimi. Nel 2012 il Pil della Sardegna è sceso di oltre il 2,7%. Pesanti i deficit infrastrutturali e le diseconomie: la Sardegna si colloca nelle ultime posizioni – 222° posto su 262 – della classifica dell'Unione europea per competitività dei territori. La Sardegna ha perso 54mila posti di lavoro in un anno, da giugno 2012 a giugno 2013, quando il tasso di disoccupazione è salito al 18,6 % (contro una media nazionale del 12 %). In questo contesto si riduce il credito alle imprese: nel 2012 cala del 5,6% rispetto al 2011, più del doppio della media nazionale.

La crisi è ancora più nera nella Sardegna Centrale, che oltretutto detiene l'ultimo posto tra le Provincie italiane per dotazione infrastrutturale. I settori industriali un tempo trainanti sono crollati: carta e tessile sono scomparsi, l'edilizia è in crisi nera, quel poco che resta della chimica regge con fatica, resiste il polo metalmeccanico di Arbatax. L'export è molto basso: appena l'1,88% di quello regionale in provincia di Nuoro e lo 0,5% in Ogliastra, anche se nel 2012 alcuni comparti hanno fatto registrare numeri molto interessanti. Nel Nuorese le esportazioni ammontano complessivamente a 120 milioni di euro, principalmente rappresentate da chimica, lapideo e agroalimentare.

Il settore della chimica e gomma, presente in particolare nel sito industriale di Ottana, ha realizzato un export pari a 62 milioni di euro di cui il 90 % deriva dal pet di Ottana Polimeri. Un contributo importante è dato anche dalle produzioni dell'agroalimentare, che hanno prodotto esportazioni pari a 25 milioni di euro, e del comparto lapideo-estrattivo, con un export per 27 milioni di euro. In Ogliastra è di rilievo il settore metalmeccanico concentrato nel sito industriale di Arbatax, dove si realizza un export pari a 30 milioni di euro. La tipologia delle esportazioni conferma la strategicità del settore manifatturiero tradizionale nella Sardegna Centrale.

 

 Declino demografico ed effetto clessidra nella Sardegna Centrale


Se la crisi è grave in Sardegna, ancora più preoccupante è il quadro economico della Sardegna centrale, colpita da un progressivo e massiccio processo di deindustrializzazione non accompagnato da un parallelo e concreto piano di riconversione.

La crisi economica della Sardegna Centrale è aggravata dalle dinamiche demografiche, marcate da un progressivo e costante spopolamento dei nostri paesi, destinati nel giro di qualche decennio a diventare centri fantasma. In dieci dal 2001 al 2011, le Zone interne in Sardegna (che rappresentano il 64% della superficie e il 33% della popolazione) hanno perso 17.682 abitanti, pari al 3,15% degli abitanti. In Barbagia-Mandrolisai ad esempio questa tendenza è ancora più evidente: in dieci anni, il territorio ha perso complessivamente 3.750 abitanti, dal 2002 al 2012 la popolazione è calata dell'8%.

Un fenomeno preoccupante se si considera che il ridursi della popolazione determina il venir meno di servizi essenziali, la mancanza dei quali determinerà a cascata ulteriore emigrazione e spopolamento. Si stima che la diminuzione della popolazione provocherà sia un abbassamento dei livelli di reddito (un meno 15% nel 2020) sia una contrazione nel numero delle imprese (il 70% di esse è già localizzata sulle coste). Il tutto in un circuito vizioso che si autoalimenta e che rischia di diventare irreversibile. Come evidenziato nella figura 1 la Sardegna imploderà sotto il peso demografico dei Comuni delle coste mentre nelle Zone interne il declino è anche sociale ed economico.

È un dato di fatto: le province del centro Sardegna, Nuoro e Ogliastra, restano ai margini dei processi decisionali. Giorno dopo giorno assistiamo al cosiddetto "effetto clessidra" in conseguenza del quale la Sardegna centrale è stretta in una morsa rispetto ai due poli forti a nord e a sud dell'isola, aree che godono di una maggiore attenzione da parte della politica, sia statale sia regionale.

 

La proposta

Il Nuorese e l'Ogliastra sono allo stremo. Occorre intervenire al più presto o il declino economico e demografico rischia di diventare irreversibile. Per questo chiediamo che le problematiche della Sardegna centrale – peculiari e specifiche rispetto ad altri territori – siano poste al centro di una strategia regionale.

Per trovare una via d'uscita serve un Progetto di sviluppo per la Sardegna centrale e le sue Zone interne, così come peraltro previsto dallo Stato e dall'Ue.

Confindustria fa una proposta: chiediamo che la Regione si impegni a elaborare un Progetto ad hoc per la Sardegna centrale e le sue Zone interne, un progetto per contrastare il declino demografico, economico e sociale di questi territori, un Progetto in linea con gli obiettivi di crescita e sviluppo definiti dall'Europa e dallo Stato e tale da poter essere finanziato con i fondi europei della programmazione 2014-2020.

 

La strategia europea e nazionale per le zone interne


La nostra è una proposta concreta che trova fondamento in una serie di atti e documenti elaborati sia a livello comunitario sia statale. Prima l'Europa, nel Position Paper elaborato dalla Commissione a dicembre 2012, poi lo Stato, con il Ministero per la coesione territoriale, hanno infatti posto le Zone interne al centro di una precisa Strategia.

Tale strategia prevede tre ambiti prioritari di intervento: 1) Mezzogiorno; 2) Aree urbane; 3) Aree interne. Scuola, sanità, trasporti pubblici, infrastrutture, banda larga e formazione sono le priorità previste dalla Strategia nazionale, illustrata dall'ex ministro Fabrizio Barca in una serie di convegni e documenti elaborati nella scorsa legislatura. A dicembre 2012, per esempio, il Ministero per la Coesione Territoriale ha elaborato un documento su "Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi Ue 2014-2020", in parte recepito nella bozza di Accordo di partenariato predisposto dal Mise ad aprile 2013.

Infatti, soltanto garantendo un'istruzione e una sanità di qualità, soltanto preservando servizi e infrastrutture adeguati convinceremo i cittadini a rimanere e sostenere le imprese a svilupparsi. La Strategia nazionale per le Zone interne prevede tre obiettivi fondamentali per la spendita dei fondi europei.

Primo obiettivo, tutelare il territorio e la sicurezza dei suoi abitanti affidandogliene la cura. Secondo, promuovere la diversità culturale e ambientale. Terzo, rilanciare sviluppo e lavoro attraverso l'uso di risorse potenzialmente male utilizzate. Nel recente Documento Unitario di Programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 la Regione ha recepito tale strategia. Occorre ora dare piena operatività e attuazione ai principi delineati nel documento.

 

Il progetto per la Sardegna centrale e per le sue Zone interne

 

Prima di presentare più nel dettaglio il progetto vorrei sottolineare la necessità di salvaguardare due precondizioni, essenziali per lo sviluppo e la crescita di un territorio: occorre innanzitutto preservare e sostenere i settori e le attività produttive esistenti, che sono la base di qualsiasi ulteriore progetto di sviluppo. E mi riferisco per esempio alle attività esistenti dell'agroindustria, al turismo, al settore lapideo - estrattivo, all'edilizia, al settore dell'energia e della chimica. A questo proposito, occorre attuare una responsabile politica del fare ed evitare di dire sempre no a qualunque tipo di iniziativa industriale e imprenditoriale. In riferimento ai settori dell'energia e della chimica, in particolare, appare necessario risolvere il problema della centrale elettrica di Ottana, indispensabile per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo del terzo polo energetico nel centro Sardegna.

In secondo luogo, occorre salvaguardare la scuola e la sanità: se si chiudono le scuole – luoghi privilegiati per la crescita del capitale umano – il territorio è quasi naturalmente destinato all'abbandono. Nelle aree interne la scuola è un presidio civile, culturale e sociale, da difendere contro le logiche di dimensionamento e accorpamento. Lo stesso discorso è valido per l'assistenza sanitaria. Salute e istruzione sono servizi primari alla persona da salvaguardare per contrastare il declino demografico ed economico.

Ecco i temi contenuti nel Progetto:

 

1) Valorizzare l'ambiente a fini turistici e produttivi

La Sardegna centrale e le sue Zone interne sono ricche di risorse naturali non ancora adeguatamente valorizzate. Penso per esempio allo straordinario patrimonio ambientale e paesaggistico, che proponiamo di valorizzare a fini turistici e produttivi. La nostra non è certamente un'idea nuova: in Italia per esempio sono operative 871 aree protette, che attraggono 30 milioni di visitatori all'anno e danno lavoro a 80mila addetti, tra questi 60mila lavorano nell'indotto allargato. Un caso esemplare è per esempio rappresentato dal Trentino-Alto Adige e dalla Valle d'Aosta, territori montani che alcune decine di anni fa erano per molti versi assimilabili alla Sardegna centrale e alle nostre Zone interne. Occorre riconoscere che questi territori – un tempo depressi – sono cresciuti facendo dell'ambiente una risorsa economica e turistica in grado di attrarre milioni di turisti ogni anno.

 

2) Investire sull'industria della cultura

Un'altra risorsa dall'enorme potenziale economico è certamente la cultura e il patrimonio unico di tradizioni e saperi che le comunità del centro Sardegna – più di altre – hanno saputo custodire. Al di là del suo valore intrinseco la cultura è in grado di generare un vero sistema imprenditoriale, dove accanto alle attività più creative si sviluppano altre attività legate al manifatturiero e all'economia dei servizi. Importante è poi l'effetto moltiplicatore che la cultura ha su altri comparti come il turismo. In provincia di Nuoro l'industria culturale è composta da 1541 imprese, occupa 2700 addetti e genera 106 milioni di valore aggiunto, un decimo del valore prodotto a livello regionale. I dati dimostrano che c'è ancora tanto da fare per potenziare il settore. Nel Nuorese per esempio non esiste un vero e proprio sistema culturale, l'integrazione tra i settori è scarsa e le opportunità offerte dalla filiera sono ancora poco sfruttate. Per questo è ora di dare operatività al Distretto Culturale. L'obiettivo è di promuovere un maggior coordinamento tra gli enti e sostenere l'integrazione tra pubblico e privati. Con una programmazione e risorse adeguate, il nostro territorio ha infatti tutte le potenzialità per proporsi come centro culturale di primo piano a livello regionale.

 

3) Piano per le infrastrutture

Il nostro progetto prevede come priorità l'elaborazione di un piano per le infrastrutture. Occorre per esempio investire su alcune opere strategiche come la Statale Nuoro – Arbatax (da completare), la strada delle cave di Orosei e la realizzazione di una Trasversale sarda che metta in collegamento il settore orientale e occidentale dell'isola. È poi necessario intervenire per l'infrastrutturazione delle aree industriali e delle aree PIP, ancora carenti e poco competitive. Prioritario è poi lo sviluppo di reti e infrastrutture energetiche e telematiche, imprescindibili per la crescita di un tessuto produttivo e imprenditoriale moderno e capace di confrontarsi sui mercati globali.

 

4) Riduzione della pressione fiscale

 Capitolo a parte merita il problema della pressione fiscale, da record in Italia. Il Centro Studi Confindustria calcola che nel 2013 la pressione fiscale, quella effettiva escluso il sommerso, raggiungerà quota 53,5%. È un problema nazionale, certo, che ha però effetti devastanti nella già fragile economia della Sardegna centrale. È dunque auspicabile introdurre – come fatto per altri territori – una fiscalità di vantaggio per le imprese, perseverare sulla zona franca e insistere sulla riduzione dell'IRAP, decisione presa dalla Regione e ora oggetto di impugnazione da parte dello Stato.

 

5) Sostegno alle imprese (L.R. 3/2009)

È prioritario sostenere l'attività delle imprese, baluardo della crescita e dello sviluppo di un territorio. Riteniamo che la L.R. 3/2009 rappresenti un ottimo strumento di programmazione: occorre però accelerare le procedure per le Aree di crisi individuate nella Sardegna centrale, riconoscere lo status di Territorio svantaggiato alle Zone più interne e attivare l'Area di crisi di Arbatax-Tortolì, sito strategico a livello regionale, dove hanno sede produzioni di eccellenza che non possiamo permetterci di perdere. Affinché gli strumenti previsti dalla legge 3 del 2009 siano efficaci occorre però ridurre i tempi di attuazione e semplificare le procedure. Proponiamo per esempio di rendere operativa una task force regionale ad hoc per la Sardegna centrale.

 

6) Decentramento dell'amministrazione regionale

È poi necessario procedere a un effettivo decentramento delle funzioni politiche e amministrative sul territorio. Il tutto nell'ottica di dare segnali di vicinanza ai territori e alle periferie. Per questo proponiamo di trasferire a Nuoro la sede dell'Assessorato regionale all'Ambiente e del Corpo forestale e di rendere concretamente operativa la Scuola forestale come deciso nel 2002. Ciò a parità di costi e senza duplicati.

 

7) Piano per l'Ogliastra

È necessario realizzare le infrastrutture previste da tempo per l'Ogliastra, cui sono destinate, ma non spese, risorse pari a 282 milioni di euro. Di questi, 193 milioni sono stanziati per la SS 125 Cagliari – Tortolì e i restanti 89 milioni finanziano interventi per il porto di Arbatax, l'aeroporto di Tortolì, il depuratore consortile e l'area industriale di Tortolì, il solare termodinamico e il polo della pasta fresca. Occorre poi attivare l'area di crisi di Arbatax-Tortolì, sito industriale a valenza regionale, eppure l'unico rimasto fuori dal programma regionale ex L.R. 3/2009.

 


 

Questa è una prima proposta, nelle prossime settimane elaboreremo un documento più completo. L'attuazione concreta del Progetto da noi proposto, da svilupparsi tramite l'azione costante di una apposita task force dedicata, può effettivamente comportare un'inversione di tendenza per la Sardegna Centrale e per le sue Zone Interne. Soprattutto comporterà un giusto riequilibrio territoriale, visto che per ora si è puntato tutto sullo sviluppo delle coste, di cui beneficerà l'intera Sardegna. È chiaro che il Progetto deve essere accompagnato da una serie di azioni strategiche che riguardano tutta la nostra Regione, ed in particolare quelle riguardanti le scelte energetiche definitive per portare nell'isola il gas metano, la continuità territoriale delle merci, una effettiva semplificazione burocratica e la riforma della macchina amministrativa regionale.

Per informazioni rivolgersi all'Associazione degli Industriali della Sardegna Centrale
Referente: Francesca Puddu - Comunicazione Associativa
Telefono: 0784 233311
Fax: 0784 233301
E-mail: f.puddu@assindnu.it

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